Juve, torna il corto muso: vittoria con il 25% di possesso palla

Allegri vince lasciando palla alla Fiorentina e basta una zampata di Gatti: torna il corto muso e soli 155 passaggi riusciti

di MANUEL MINGUZZI -
8 aprile 2024
Max Allegri

Max Allegri

Torino, 8 aprile 2024 - L’allegrismo ha ritrovato se stesso, la prerogativa principale: il corto muso. La ripresa Juve, partita dalla vittoria in Coppa Italia, è passata ieri anche per il successo di misura sulla Fiorentina, il classico uno a zero di Max Allegri che ha sfruttato la zampata di Gatti al massimo possibile. La scelta, deliberata, di lasciar palla alla squadra di Italiano ha funzionato e si dovrà andare ad aprire i libri statistici per capire quando è stata, se c’è stata, l’ultima volta in cui una squadra è riuscita a vincere con il 25% di possesso palla.  

Il quadruplo dei passaggi, ma Fiorentina sconfitta

I dati di Juventus-Fiorentina sono abbastanza eloquenti e rappresentano il fatto che nel calcio i numeri dicono tanto, ma non tutto. Soprattutto il risultato. Tempo effettivo della partita 57’42” e di questi la palla è stata in possesso della viola per 43’16” mentre la Juve l’ha avuta solo per 14’26”. E’ però bastato per fare lo stesso numero di tiri in porta (2 a 2) e per fare un gol in più, tra l’altro dopo una sequenza infinita di reti annullate per fuorigioco. Allegri l’ha portata a casa a suo modo tenendo palla, nell’altra metà camp, per soli 7 minuti di gioco. Probabilmente un record. I numeri hanno espresso una supremazia viola, ma senza uno sbocco determinante in zona gol con anche, va detto, un miracolo di Szczesny su Gonzalez. Nove occasioni da gol a tre, nove passaggi chiave a tre, sei dribbling a uno: alla fine ha vinto la Juve. Incredibile il dato dei passaggi riusciti, con la Fiorentina che si è spinta a 589 con una precisione del 92%, mentre la Juve si è fermata a soli 155 passaggi con una precisione bassa del 71%. Eppure, si vince anche in questo modo. Altri dati? 149 a 43 come passaggi riusciti sulla trequarti, 330 a 76 come palloni giocati in avanti. La finiamo qui per non tediarvi ma se la Juve aveva bisogno di ritrovare una sua identità lo ha fatto, piaccia o non piaccia. Pensare che i bianconeri, con Allegri, possano esprimersi con un gioco diverso, con un dominio nel possesso, è ormai anacronistico e probabilmente il dna juventino è questo ed è quello con cui si esprime meglio con questo allenatore. Compattezza, distanze corte tra i reparti piuttosto che cercare un gioco maggiormente offensivo che allunga la squadra e incrementa la quota dei gol subiti. L’identità della Juve è probabilmente questa e con essa si esprime con maggior concretezza anche in termini di risultati. Vittoria oltremodo importante perché riporta il margine a 4 i punti sul Bologna, tiene a 7 la Roma e soprattutto si amplia il divario sull’Atalanta a 12 punti, con la Dea sconfitta a Cagliari ma con una partita con la Fiorentina da recuperare. Quello di ieri si può definire un colpo Champions, forse non definitivo ma comunque una mezza ipoteca. Ed è arrivato alla maniera di Allegri: pochi fronzoli e corto muso.

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