Juventus sconfitta dal Parma: Pellegrino decisivo al Tardini

Mateo Pellegrino segna e il Parma batte la Juventus, infliggendo la prima sconfitta dell'era Tudor.

di LORENZO LONGHI
24 aprile 2025
Mateo Pellegrino sovrasta Kelly e infila il gol che vale la vittoria del Parma sulla Juve

Mateo Pellegrino sovrasta Kelly e infila il gol che vale la vittoria del Parma sulla Juve

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JUVENTUS

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(3-5-2): Suzuki 6,5; Leoni 6,5, Vogliacco sv (11’ pt Hainaut 6,5), Valenti 7; Delprato 6,5, Bernabé sv (11’ pt Estevez 6, 1’ st Hernani jr. 6), Keita 6, Sohm 6, Valeri 6; Pellegrino 7 (29’ st Man sv), Bonny 6 (40’ st Almqvist sv). All. Chivu 7.

JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio 6; Kalulu 6,5, Veiga 6, Kelly 5 (40’ st Alberto Costa); McKennie 5 (12’ st Yildiz 6), K. Thuram 6, Locatelli 6,5 (40’ st Douglas Luiz sv), Cambiaso 5; Gonzalez 5 (40’ st Weah sv), Kolo Muani 5,5; Vlahovic 5 (1’ st Conceição 6). All. Tudor 5.

Arbitro: Chiffi di Padova 5,5.

Rete: 46’ pt Pellegrino.

Note: ammoniti Sohm, Hernani jr., Gonzalez, Locatelli, Yildiz Recupero: 3’ nel pt, 5’ nel st. Angoli: 4-9.

L’attaccante che sfrutta quel poco che ha, quello che il fisico lo sa usare, quello decisivo, ce l’ha il Parma, non la Juventus: si chiama Mateo Pellegrino, argentino, classe 2001, eroe della serata di ieri al Tardini, dove gli emiliani hanno costretto i bianconeri alla prima sconfitta dell’era Tudor, un ko che pesa tantissimo in classifica – ora la Juventus è quinta, fuori dalle prime quattro ma pur sempre in mezzo al mischione – ma che, soprattutto, incide nella valutazione di una squadra della quale altro non si può dire se non che abbia fatto un chiaro passo indietro rispetto alle ultime gare.

Anche se, a dire il vero, alcuni dei difetti sono gli stessi visti in precedenza. Pellegrino si è preso la copertina, sarebbe riduttivo rappresentare la sfida di ieri solamente con l’episodio della rete (nel recupero del primo tempo: fuga sulla sinistra, cross perfetto di Valenti e, a centro area, ecco l’argentino a utilizzare i centimetri annichilendo Kelly e a sfoderare tutta la sua potenza), perché Chivu la partita l’ha giocata ad handicap, perdendo poco dopo il decimo minuto sia Vogliacco in difesa che Bernabé in regia. Ma ha trovato nell’entusiasmo e nella volontà dei suoi quanto bastava per bloccare una Juventus a imprevedibilità zero, almeno nel primo tempo, e con un attacco nel quale Vlahovic e Kolo Muani un po’ si sono pestati i piedi, molto non si sono capiti, comunque non hanno mostrato efficacia alcuna, mentre Gonzalez sembrava tornato quello dei tempi di Thiago Motta, volenteroso e spaesato e, di fatto, inutile alla causa.

Alla Juventus è mancata quella che era stata, sinora, la cifra di Tudor, ovvero la furia iniziale, un arrembaggio ad alta intensità che a Parma non si è visto, se si eccettua una conclusione pericolosa di Locatelli giusto dopo una manciata di secondi, destinata a restare a lungo l’unica occasione dei bianconeri. Ottenuto il vantaggio, certo abbastanza episodico, ma figlio di un’azione di alto livello per scelte, rifinitura e finalizzazione, la squadra di Chivu si è preparata a una ripresa di sofferenza, perché ciò che la Juventus non ha fatto nel primo tempo ha provato a farlo nella ripresa, quando Tudor ha lasciato negli spogliatoi Vlahovic, ha inserito Conceição e Yildiz e, pur rischiando l’imbucata in contropiede, ha esaltato il furore difensivo del Parma: più che occasioni, un mare di conclusioni – solo due nello specchio – e palloni buttati in mezzo, dove c’erano sempre un piede, una gamba, una testa o Suzuki in presa alta a respingere, in una Stalingrado inattaccabile. Ma al Tardini, dove con Chivu in panchina è caduto il Bologna e l’Inter non è riuscita a vincere, alla Juventus sarebbe servito davvero molto di più.

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