La Juve è già in missione scudetto. Vlahovic, gioco, tifo: tutto al Max

Domani la sfida col Sassuolo, la Signora rinata vuole prendersi almeno una notte in vetta e spaventare Inzaghi

di PAOLO GRILLI -
22 settembre 2023
La Juve è già in missione scudetto. Vlahovic, gioco, tifo: tutto al Max

La Juve è già in missione scudetto. Vlahovic, gioco, tifo: tutto al Max

Se le Coppe logorano chi non le fa per questioni di bilancio, è pur vero che la circostanza, quasi inedita per la Juve, di non dover varcare i confini in questa stagione per dare la caccia a trofei in Europa può rivelarsi un elisir per tornare grandi.

Dieci punti in quattro partite – media 2,5 – il terzo attacco del campionato dopo Inter e Roma, la seconda miglior difesa dopo i nerazzurri. Conforti statistici per Allegri, che in vista della sfida di domani da ex al Mapei contro il Sassuolo può già cullare il sogno di almeno una notte in vetta – Inzaghi ora a +2 è atteso a Empoli domenica – ma soprattutto di una stagione da protagonista dopo l’ultima, dimenticabile sotto ogni profilo.

Max deve incassare il ko di Alex Sandro, che starà fuori più di un mese col flessore sinistro ko, ma intanto rivede già alle prese col pallone un altro fedelissimo, De Sciglio, non così lontano dal rientro dopo l’operazione al ginocchio. Un’opzione in più sul campo, un motivo per sorridere e per credere nello scudetto. Anche dopo lo choc del caso Pogba. Ecco perché la Signora può amb ire al titolo.

Vlahovic-Chiesa. Il duo delle meraviglie, dopo una stagione in ghiacciaia e le voci di partenza, si è riscoperto tale: e i sette gol complessivi del tandem d’attacco ex viola nelle prime quattro giornate dicono tutto sulle rinnovate ambizioni di squadra. Dusan ha ritrovato i super poteri, Fede ha la licenza di svariare e di assaltare la porta come solo lui sa fare. Le riserve? Milik e Kean, di gran lusso.

Fagioli-Miretti, i giovani esperti. Lo stop del ’Polpo’ toglie sicuramente classe in mezzo, ma i due centrocampisti della Generazione Z hanno mostrato di reggere benissimo questi palcoscenici, con già 66 presenze complessive in A.

Loca ritrovato. Questa Juve gioca a due tocchi e in verticale, per possesso palla è appena undicesima e per distanza percorsa decima. Può permettersi di non sfinirsi, e quando c’è da far girare veloce la palla ecco le qualità di Locatelli, rilanciato anche dall’azzurro. Al suo fianco, poi Rabiot è l’incursore più desiderabile.

Sorpresa McKennie. La partenza del texano di ritorno dal Leeds, appena un mese fa, era pressoché scontata. E invece Weston, specie sulla fascia destra, ha innalzato il tasso di dinamismo al gioco dando ad Allegri tutte le risposte desiderate. Al punto da giocarsi il posto da titolare con Weah, l’unico acquisto estivo operato dalla Continassa.

La costanza del gruppo. Sull’importanza di non rivoluzionare una rosa se si è in cerca di risultati immediati, non si ragiona mai abbastanza. Di fatto, quasi sempre i successi arrivano almeno al secondo anno di una ’gestione’ con relativo progetto tecnico. Avere gli stessi effettivi della stagione scorsa, per Allegri può rivelarsi così un grande vantaggio.

Il pubblico. Dopo gli inusuali vuoti in tribuna allo Stadium del 2022-2023, stanno fioccando di nuovo i tutto esaurito. E la Signora non vede più crepe nel proprio fortino.

Ieri sono state rese note le motivazioni della Corte di Appello Figc per la riduzione dell’inibizione da sedici a dieci mesi dell’ex presidente Andrea Agnelli per la manovrà stipendi.

Per i giudici, va "ricordato il contesto storico durante il quale si sono verificati i fatti addebitati", tale da "determinare una riduzione drastica dei ricavi, in costanza del mantenimento di costi elevati. Con questo, non vuol certo dirsi che la prima manovra stipendi e la seconda manovra stipendi possano essere giustificate, stanti le conclamate violazioni accertate e confermate, ma solo che esse non sono state adottate in un contesto ordinario".

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