La Juve lava la panchina nell’Arno. Spunta Mancini per il dopo Motta

Domenica una ko a Firenze potrebbe costare l’esonero di Thiago. Tra i candidati a sostituirlo anche l’ex ct

di LORENZO LONGHI
14 marzo 2025
Thiago Motta, 42 anni, non ha soddisfatto le attese della dirigenza juventina

Thiago Motta, 42 anni, non ha soddisfatto le attese della dirigenza juventina

Thiago Motta è quasi un condannato all’esonero, immediato o differito che sia, allo stesso tempo obbligato a lavorare sulla Juventus odierna per salvare il salvabile, il quarto posto. Obiettivo necessario, ma non più sufficiente per la sua conferma, messa ormai a rischio dai risultati di un mese che, lungi dal consolidare la fiducia nel progetto iniziale, ne ha evidenziato tutte le falle, dalla gestione della rosa a quella dello spogliatoio.

La trasferta di Firenze domenica per il tecnico diventa un bivio fondamentale: una vittoria gli consentirebbe di proseguire il cammino sino al termine della stagione, viceversa si potrebbero aprire le porte all’esonero immediato, anche perché dopo la Fiorentina c’è la sosta, il momento più adatto per cambiare. Giuntoli, attraverso i suoi emissari, si è già mosso per sondare alcuni tecnici, ma la dirigenza bianconera, in caso di esonero di Motta, è incerta sull’individuazione del profilo: un tecnico ad interim per portare a termine l’annata o un allenatore che possa prendere le redini da subito e continuare la prossima stagione? Dovesse prevalere la via del traghettatore, sarebbe una soluzione interna a tamponare la situazione.

In questo caso, l’ipotesi riguardante Francesco Magnanelli, tecnico della Primavera, è la più probabile, avendo l’ex capitano del Sassuolo già lavorato con la prima squadra la scorsa stagione, quale collaboratore tecnico di Allegri. Più defilate le opzioni che porterebbero ad altri due tecnici già sotto contratto con il club, ovvero Massimo Brambilla, allenatore della Next Gen, e Paolo Montero.

A quel punto si inizierebbe a pensare alla prossima estate, con i nomi di Gian Piero Gasperini e Antonio Conte sempre in lizza, ognuno con la necessità di discutere con le società che li hanno sotto contratto per liberarli, anche se Gasp ha già fatto sapere di voler lasciare Bergamo a fine stagione. Sullo sfondo, più lontani, Pioli e De Zerbi. Se invece dovesse essere scelta la strada dell’immediato inizio di una nuova era, i nomi sono sostanzialmente due: il primo è quello di Igor Tudor, che però non sembra avere particolari sponsor all’interno del club, il secondo è quello di Roberto Mancini, recentemente esonerato dall’Arabia Saudita ma pronto a liberarsi subito dal contratto.

Quella dell’ex ct è una figura forte, esperta, tatticamente non integralista e dal passato vincente. Resta, però, l’allenatore che si fregiò con l’Inter del titolo 2006, quello di Calciopoli, una ferita ancora aperta per i tifosi, ma la realpolitik passa sopra a tutto, e oggi la Juventus non può più permettersi salti nel buio.

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