La Juve operaia ora può puntare al Max. Gatti, Bremer e McKennie stelle a sorpresa

Difesa super e Federico si scopre anche goleador: Allegri vola valorizzando tutti con creatività. Ma l’attacco stenta ancora

di PAOLO GRILLI -
10 dicembre 2023
La Juve operaia ora può puntare al Max. Gatti, Bremer e McKennie stelle a sorpresa

La Juve operaia ora può puntare al Max. Gatti, Bremer e McKennie stelle a sorpresa

La nuova Juve d’altissima quota sembra riconciliata con se stessa, vittoriosamente risintonizzata con la logica del corto muso. Col Napoli l’ennesima prova. Se non fosse per questa Inter stellare, la Signora sarebbe in tutto e per tutto già da scudetto.

Quasi tutto gira, ora, sotto la guida del conte Max. La difesa non fa che stupire: I nove gol subiti in quindici partite sono una voce statistica che farebbe rima piena col titolo tricolore, spettacolari gli otto clean sheet per Szczesny. Se si esclude la sciagurata prestazione col Sassuolo al Mapei, poi, i bianconeri hanno subito cinque reti in quattordici gare. E dire che Allegri ha dovuto fare i conti con gli infortuni prolungati di De Sciglio, Alex Sandro e di capitan Danilo.

E’ stata la classe operaia a issare la Signora lassù in questa stagione giunta quasi al giro di boa. Cinque degli ultimi otto gol della Signora portano le firme dei difensori. Gatti e Bremer sono stati protagonisti a tutto campo. Decisivi sia nell’alzare il muro, sia nel colpire facendo anche le veci dei più celebrati compagni di squadra del reparto avanzato.

Federico i muri li alzava pure prima di diventare un professionista del pallone, quando faceva il muratore. E l’impressione è che quegli anni di doppia fatica – lavoro e calcio – lo abbiano forgiato rendendolo pronto a qualsiasi sfida. Se non tutti potevano aspettarsi questo suo rendimento una volta arrivato a Torino dopo la gavetta con Pavarolo, Saluzzo, Verbania, Pro Patria e poi Frosinone, il fatto che a inizio dicembre potesse essere a quota tre gol fatti in campionato, due dei quali decisivi, assomiglia molto a una favola. L’altro colosso della retroguardia, Gleison, dopo una prima stagione di ’ambientamento’ ha fatto capire perché è uomo da grande squadra. Lui di gol all’attivo ne ha appena uno, ma ne ha evitati ben di più. La sua superiorità fisica è l’antidoto alla fragilità che la Juve si era trascinata per lungo tempo.

Non solo dalla difesa arrivano però le stelle inattese della Signora rinata. Con gli stop a Pogba e Fagioli, la mediana ha dovuto reinventarsi e il jolly pescato da Max – e rivitalizzato con un mezzo capolavoro di tattica e motivazione – è stato McKennie. Già uscito in prestito al Leeds, e poi rimasto alla Continassa in assenza di offerte in estate, il texano è stato inizialmente schierato come quinto di destra soffiando il posto anche a Weah; poi, da mezz’ala, si è ripreso il posto da incursore che gli sarebbe più congeniale.

Un altro ’underdog’ che si prende la rivincita, un’altra scommessa vinta da Allegri che così riesce a zittire chi lo accusa di non mettere creatività nel suo calcio. Quando poi Vlahovic e Chiesa inizieranno a segnare nella misura che ci si aspetterebbe da loro, se ne vedranno ancora delle belle.

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