Lite con la curva,. Vlahovic cerca la pace sui social
Il rigore del 2-2, sabato notte con il Venezia, in casa Juventus non ha rappresentato una catarsi, ma il pretesto...
Il rigore del 2-2, sabato notte con il Venezia, in casa Juventus non ha rappresentato una catarsi, ma il pretesto per un ulteriore scontro, quello tra la curva bianconera e Dusan Vlahovic. Rigore gol e rabbia, un’esultanza furente scatenata dalla tensione emotiva di quei minuti: il ringhio contro qualcuno che lo aveva contestato in curva nord, il battibecco con Idzes, poi, dopo il fischio finale, la squadra sotto la sud a ricevere insulti e contumelie assortite, con il serbo che risponde a muso duro e con il dito puntato verso uno dei contestatori più inviperiti, e giù altri cori di insulti, stavolta tutti per lui.
Ma ieri Vlahovic via social ha voluto lanciare un messaggio distensivo: "Capisco il rammarico per gli ultimi risultati – ha scritto – e avete tutto il diritto di manifestarlo, vi ho sempre rispettati dando tutto per la maglia e vi ringrazio per il supporto che ci date quotidianamente. Ora è importante continuare a sostenere la squadra e ripartire uniti tutti insieme". Basterà? Si sente il capro espiatorio della Juventus, Vlahovic, e non ha tutti i torti: i gol li ha segnati (sinora sono 23 le sue reti nell’anno solare 2024, compresa quelle in finale di Coppa Italia e col City), l’uso che ne fa Motta non lo esalta, non ha un’alternativa, quando manca si sente e quando c’è finisce nel mirino. Perché di questa Juventus è un simbolo e ha un ingaggio faraonico, ma oggi la Signora delude, arranca senza un piano B con una perseveranza tattica ottusa – qui sul banco degli imputati c’è Motta – che l’ha portata a distanza siderale dalla lotta scudetto.
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