Max e Walter, sfida fra dirimpettai. Sportività, bisticci e campanilismi. Nuova Juve da vetta, Napoli al bivio

Alle 20,45 il faccia a faccia fra i tecnici livornesi: grande rispetto, ma la frecciatina è sempre dietro l’angolo. Negli anni battute al veleno e snobismo: ma quando Mazzarri ebbe un malore Allegri fu il primo a chiamarlo .

di PAOLO FRANCI -
8 dicembre 2023
Sportività, bisticci e campanilismi. Nuova Juve da vetta, Napoli al bivio

Sportività, bisticci e campanilismi. Nuova Juve da vetta, Napoli al bivio

Sessanta chilometri che paiono seimila. Sessanta chilometri che separano la Livorno di Max Allegri – oggi ‘fighetto’ da centro città ma in realtà nato nel quartiere Coteto da famiglia operaia – dalla San Vincenzo di Walter Mazzarri, anima borghese in un paese di 6mila anime abbracciato al mare e un bel po’ distante dalla city. Entrambi legatissimi alla loro terra. Ai riti e al respiro di casa loro. Dal bar agli amici di una volta. E il mare. Quel mare che sembra separarli irrimediabilmente.

Il tempo che passa è un infuso di saggezza, gli spigoli si arrotondano e gli schiaffi verbali, se non diventano carezze, poco ci manca. Oggi Max dice: "Sono contento di ritrovare Mazzarri in panchina". E’ quasi affettuoso. Eppure non si sono mai amati, anzi, meglio dire che non si sono mai sopportati, come se la provincia di Livorno fosse troppo stretta per abbracciare entrambi. Come se la livornesità fosse il drappo di una partita a rubabandiera: lo prendo io, no lo prendo prima io. E allora, battutacce, veleno, snobismo e controsnobismo che è diventato pane croccante per i cronisti. "Mazzarri è un finto livornese", dice una volta Allegri, snobbando Mazzarri. Walterone non la prende bene, ma in contropiede si sa quanto se la comandi: "Io sono di San Vincenzo. E quindi? Non sono di Livorno perché la mia famiglia è originaria dell’Isola d’Elba. Ho notato che Allegri l’ha voluto sottolineare e non capisco perché. In ogni caso io parlo con le persone con le quali ho un rapporto e con lui non ne ho...". Rispetto tra i due, ci mancherebbe, ma lo spillone sempre pronto, come quando Max controreplicò: "Mazzarri? Non lo conosco ma mi pare bravo...". E poi, quella volta del derby di Milano. Altro che spillone. Lì c’era la tensione de rosso-nero-azzurro. Mazzarri con l’Inter è sopra al Milan in classifica e se la tira un po’ dicendo di non accettare paragoni con i dirimpettai. Guizzo di snobismo al quale Max risponde acido: "Non vuole paragoni? Bene però in Europa Milano siamo noi e saremo noi a cercare di dare lustro alla città in Europa visto che l’Inter non c’è mica, mi pare...".

Pazzesco pensare che se si chiede a uno dei due se mai fosse capitato di fare una bella chiacchierata, vi risponderanno in coro: "No, mai". Si incontrano per la 16esima volta e statene certi: qualche scintilla verrà fuori, come quella volta alla vigilia di un Milan Juve in cui Mazzarri – che dice di essere cambiato – un po’ alla Mourinhi invoca un arbitro all’altezza. Max, come un crotalo scatta in avanti e risponde: "Se vuole l’arbitro può portarlo lui...", beccandosi la controreplica: "Qualcuno deve avere la coda di paglia". E’ anche vero però, che quando Mazzarri ebbe un malore ai tempi del Torino, Allegri fu uno dei primi a farsi vivo per informarsi e fargli l’in bocca al lupo.

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