Per la Juve è sempre l’anno zero. Max, la Coppa per l’orgoglio

Quindici punti nelle ultime 15, appena quarantanove gol segnati: domani contro l’Atalanta da sfavorita

di PAOLO GRILLI -
14 maggio 2024
Per la Juve è sempre l’anno zero. Max, la Coppa per l’orgoglio

Per la Juve è sempre l’anno zero. Max, la Coppa per l’orgoglio

Sulla carta, è una sfida impari. Con l’Atalanta nettamente favorita e la Juve a recitare, sempre più intimidita e inibita, la parte dell’outsider. Nella finale di Coppa Italia, domani sera, ecco servito un signor paradosso. O forse no: la Dea gioca, corre e rischia. I bianconeri, imboccata inopinatamente una strada in salita da fine gennaio, non paiono avere uno straccio di idea nella costruzione, e ora il blasone può fare da scudo in maniera molto limitata. L’importanza della partita dell’Olimpico – arbitrerà Maresca, e Al Bano canterà l’Inno di Mameli – si è ingigantita, per i bianconeri. Quello che era quasi un trofeo di contorno nel decennio d’oro, è diventato vitale. Perché, al di là di un pass Champions arrivato quasi per inerzia, una terza stagione da zero titoli avrebbe un effetto avvilente per tutto l’ambiente.

Il crollo dopo l’illusione di potere competere contro questa Inter ha portato in appena tre mesi e mezzo rivedere, al ribasso, ambizioni e prospettive. L’estate alle porte dovrà coincidere con un’altra rivoluzione tecnica.

Forse nemmeno la vittoria della Coppa Italia potrebbe salvare Allegri e portarlo a scadenza di contratto. Thiago Motta sarebbe già il prescelto per il nuovo corso.

Le responsabilità di Max sono evidenti, in questo stallo inaspettato e ingiustificato. Ma è pure palese che questa rosa non sia all’altezza delle aspettative, sempre massime, legate ai colori bianconeri. La difesa è forse il reparto migliore, pur con alti e bassi. La mediana, invece, segna il passo contro squadre che viaggiano ad altro ritmo. E i gol prodotti dal centrocampo in questo campionato, anche tenuto conto degli esterni, sono stati appena dieci. Meno di quelli del solo Calhanoglu. Weah, l’unico acquisto della scorsa estate, non ha mai segnato. In attacco, le cose non vanno molto meglio. Tolto Vlahovic, con sedici gol, c’è Chiesa con appena sette reti. Milik ne ha fatte tre, Yildiz una, Kean zero.

Gasperini, per dieci anni allenatore delle giovanili bianconere con tanto di Torneo di Viareggio vinto nel 2003, guida una corazzata gioiosa e spietata in cui il centrocampista Koopmeiners – oggetto del desiderio bianconero, ma costa già 60 milioni – ha raggiunto quota dodici reti, il rinato CDK vanta invece nove gol con sei assist.

Alla Continassa, Giuntoli cerca già di assemblare la Signora che verrà. Si punta non solo a Koop, ma anche a Zirkzee e a Greenwood. Colpi che però si realizzerebbero solo in concomitanza di numerose e pesanti cessioni. La Juve, intanto, si aggrappa anche ai ricordi, a quella finale di Coppa Italia vinta proprio contro la Dea tre anni fa. C’era Pirlo in panchina e c’era ancora Buffon in campo. Poi non sono più arrivati trofei.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su