Pogba, carriera in bilico. Quattro anni di squalifica. Ora la Juve può puntare a rescindere il contratto
Doping, stangata per la positività al Dhea: il francese annuncia il ricorso al Tas
E’ l’8 luglio del 2022, poco più di un anno e mezzo fa. Paul Pogba si ripresenta ai tifosi della Juve e stavolta non è più un talento imberbe in cerca di gloria, ma un campione plurivincitore e strapagato in missione per restaurare il regno bianconero, nel frattempo crollato per mano dell’Inter e del Milan. Col Napoli pronto poi a compiere il suo miracolo nella stagione delle magie. Il ’Polpo’ è raggiante sotto il sole di Torino, il suo sorriso trasuda gioia.
Ieri, 29 febbraio – anno bisesto e funesto, per il ’Polpo’ – il Tribunale Nazionale Antidoping emette una sentenza che somiglia tanto ai titoli di coda per la carriera di un centrocampista che a trenta anni ha già vissuto molte vite, ma che ora potrebbe non superare un ostacolo così alto. I quattro anni di squalifica sono una autentica stangata, perché sono il massimo in termini di condanna per casi del genere. E’ stata totalmente accolta la richiesta della Procura antidoping, e lo stesso giocatore aveva rifiutato un pattaggiamento a due anni essendo convinto della propria innocenza.
La positività del transalpino, ricordiamo, era stata riscontrata dopo Udinese-Juve del 20 agosto scorso, gara che nemmeno aveva giocato. La sostanza proibita era il Dhea ovvero il deidroepiandrosterone, ormone precursore del testosterone che avrebbe tra i suoi effetti quello di aumentare la forza. Il ’Polpo’ ha sempre sostenuto di non aver assunto volontariamente sostanze dopanti, e questa sarebbe stata contenuta in un integratore Made in the Usa consigliatogli da un amico medico esterno alla società bianconera.
La durezza della squalifica equivale al totale respingimento della versione della difesa. E ora la Juve, che dalla sospensione dello scorso settembre ha potuto pagare l’atleta con lo stipendio minimo, duemila euro al mese invece dei 750mila netti ’soliti’,
può avvalersi dell’articolo 5 comma 5 dell’accordo collettivo tra Figc, Lega Serie A e Associazione calciatori, che prevede la sospensione della retribuzione fino al termine della squalifica per doping. Il club potrebbe anche andare oltre, chiedendo la risoluzione del contratto (articolo 11), col Collegio arbitrale chiamato a pronunciarsi in merito. Scontato, e già annunciato, il ricorso di Paul al Tas.
I compagni sono con Pogba. "General", ha scritto Dusan Vlahovic con il simbolo dell’infinito, "Ti voglio tanto bene fratello" il commento di Paulo Dybala su Instagram. Ed è arrivato anche un cuore da parte di Leandro Paredes.
"Non ho mai pensato, neanche per un solo istante, che Paul abbia avuto l’intenzione nè il desidero di drogarsi. Lo conosco bene e so che questo non gli appartiene. Ora c’è un fatto, la presenza dell’ormone illecito è incontestabile. Quel che Paul sta vivendo da mesi è duro, e non posso restare insensibile di fronte al suo dolore". E’ il commento del ct della Francia, Didier Deschamps. Nel 2018, grazie anche a un gol di Pogba in finale, trionfava al Mondiale. Una vita e una carriera fa.
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