Tacconi si è ripreso la Juventus: "È sulla strada giusta e ha talento"

L’ex portiere ha scritto un libro dopo l’aneurisma: "Mi hanno salvato mio figlio Andrea e i medici"

di MATTEO BACONCINI -
1 novembre 2024
Tacconi si è ripreso la Juventus: "È sulla strada giusta e ha talento"

Stefano Tacconi mostra il libro scritto dopo il lungo ricovero in ospedale

Torino, 1 novembre 2024 – Stefano Tacconi, leggendario portiere della Juventus negli anni ‘80, si racconta dopo l’evento che gli ha cambiato la vita. Nel libro “L’Arte di Parare”, Tacconi condivide la sua esperienza dopo che un aneurisma cerebrale lo ha colpito il 23 maggio 2022, mentre si recava ad un evento benefico ad Asti. Un fatto che lo ha costretto a confrontarsi con una nuova realtà, da lui stesso definita come “il secondo tempo della vita”.

Tacconi, iniziamo dal principio: come ha deciso di fare il portiere?

"Ho iniziato a giocare in porta perché ero l’ultimo dei miei fratelli, decidevano loro i “ruoli”. Devo molto a Camilo Puletti a Spoleto, il mio primo allenatore, che mi ha insegnato i “dieci comandamenti” del portiere. Quelli erano i fondamentali che i portieri di oggi trascurano".

Ha vinto tutte le competizioni UEFA con la Juventus, ma in realtà l’anno prima era vicinissimo all’Inter. Come andò quel provino?

"Rifiutai l’Inter nell’82 e rimasi all’Avellino un altro anno. Sapevo che andando a Milano sarei stato in panchina perché il titolare era Bordon. Decisi di liberare il posto per il mio amico Walter Zenga, che poi ha avuto una carriera straordinaria. L’anno successivo sono approdato alla Juve e con i bianconeri ho vinto tutto quello che potevo vincere. Se fossi andato all’Inter, avrei alzato ben pochi trofei in quegli anni, quindi diciamo che sono stato contento della mia scelta".

Cosa ricorda della storica punizione di Maradona?

"È il gol più bello che un portiere possa subire. È un onore per me, perché quella rete è entrata nella storia. Fortunatamente, ci sono molte immagini e telecamere che hanno catturato quel momento da diverse angolazioni, cosa inusuale per l’epoca. Diego era un campione, un fuoriclasse, per lui fare magie del genere era all’ordine del giorno".

Ha vissuto anche momenti difficili, la notte dell’Heysel. Come avete affrontato quell’episodio come squadra?

"Abbiamo cercato di calmare l’ambiente. È stato un momento difficile per tutti. Poi quando hanno deciso che la partita si sarebbe giocata ovviamente abbiamo dato tutto per vincere e anche il Liverpool ha fatto lo stesso. L’atmosfera comunque era surreale, eravamo tutti scossi da quanto accaduto".

E la notte di Tokyo, quando avete conquistato la Coppa Intercontinentale per Club? Come si è preparato per i rigori?

"Son riuscito a vedere la finale di Libertadores grazie al vice allenatore Bizzotto, che era andato a seguirla e mi ha portato la cassetta. Ho notato che quasi tutti i rigoristi dell’Argentinos Juniors calciavano a sinistra, quindi per me è stato facile: mi sono sempre buttato alla mia destra e ne ho parati due, contribuendo alla vittoria finale".

Cosa è cambiato da quel 23 aprile 2022?

"Prima di quel giorno, prendevo tutti gli aspetti della vita sottogamba. Fumavo troppo e stavo male fisicamente. Sapevo di esagerare, sentivo un’ombra, e quell’ombra era proprio il 23 aprile. Devo ringraziare mio figlio Andrea, che è stato fondamentale per salvarmi nel mio momento di crisi. I medici poi hanno fatto il resto"

Ha ripreso comunque a seguire la sua squadra ed è anche tornato allo stadio. Vede similitudini tra la Juve di oggi e la sua?

"Sono tornato allo stadio in occasione di Juventus-Napoli e sono rimasto emozionato dall’affetto e dal calore che lo Stadium mi ha riservato. Ho guardato anche il derby d’Italia l’altro giorno, e al quarto gol della Juve mi sono emozionato. La Juventus è una squadra giovane e talentuosa, credo che sia sulla strada giusta ma deve continuare a lavorare. Non vedo somiglianze tra le due squadre, anche perché il calcio di oggi è cambiato parecchio e si ricerca troppo la perfezione, ci sono troppi passaggi e i calciatori tentano raramente soluzioni personali".

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