Tudor guida la macchina del tempo : "Alla Juve devi vincere, basta scuse"
Missione quarto posto per il nuovo tecnico. Giuntoli: "Si può continuare insieme dopo il Mondiale per Club"

Igor Tudor, 46 anni, deve risollevare la Juventus
Lampi di vecchia Juve, almeno a parole. E in questi tempi cupi e confusi per la Signora paiono boccate d’ossigeno. Igor Tudor si presenta con l’emozione del presente e le suggestioni del passato al popolo bianconero. Ricorda di quando Del Piero gli insegnò a piegare la calze dopo l’allenamento, per non gravare poi di un’ulteriore mansione il magazziniere Romeo, e di quando Zidane si mise in fila dietro di lui dal fisioterapista, senza curarsi del fatto che fosse un ragazzo appena arrivato in bianconero.
Spirito e mentalità. A questo il tecnico croato non può non appellarsi per costruire l’impresa minore per la quale è stato chiamato al posto di Thiago Motta: conquistare il salvifico pass Champions, fare ritrovare alla squadra una identità degna del suo blasone.
"Bisogna lavorare su tutto – dice Tudor – dare un po’ di spensieratezza. Dare anche la giusta cattiveria mentale, di motivazione, e anche dal punto di vista tattico dare le cose giuste, lavorare su tutti gli aspetti e non trascurare niente. Ci vorranno due o tre settimane". Carica e prudenza inevitabilmente impastate, per il croato arrivato a Torino in auto domenica, per non perdere neanche un secondo afferrando una chance unica.
"Se avessi dieci anni di contratto mi cambierebbe poco: io vivo di presente e basta, faccio sempre scelte di cuore", precisa Tudor, che in caso di obiettivi raggiunti – c’è anche il Mondiale per Club a giugno come grande vetrina – potrebbe pensare alla conferma per le prossime stagioni. Anche se Conte, come del resto Gasp, è una figura che si staglia in maniera decisa sull’orizzonte bianconero.
"Se ho preso qualcosa dagli allenatori che ho avuto? Lippi, Capello, Ancelotti, qualcosa hanno vinto... È stata una scuola di vita, di tutto, quegli anni mi hanno costruito", aggiunge il nuovo allenatore, quello che sulla piazza, in effetti, presentava più di tutti un legame con il club pur rientrando a pieno diritto tra quelli emergenti.
L’ex difensore ora al timone della squadra pensa già alla sfida di domani col Genoa, designa Locatelli capitano e promette di voler valorizzare tante stelle ora col freno tirato. "Vlahovic è un giocatore fortissimo – dice – è speciale e ha tutte le doti che deve avere un giocatore di prima classe. C’è lui, c’è Kolo Muani, possono giocare insieme, si può fare tutto. Koopmeiners e Yildiz possono e devono fare gol. Koop ha fatto buone partite e altre meno però è forte e vuole fare bene. Proverò a trovare le posizioni giuste per farli rendere di più". Il direttore generale Cristiano Giuntoli spiega il cambio di rotta facendo sapere che Tudor è stato scelto "per le sue qualità tecniche, umane e morali. Igor rimarrà con noi fino alla fine della stagione compreso il Mondiale per Club poi ci sederemo intorno a un tavolo e la speranza è quella di continuare insieme".
Quel che è certo, è che nessuno, alla Juve, ora può più accampare alibi. "Nella mia vita – chiude Tudor – mai ho cercato scuse, cercavo le sfide e cerco giocatori a cui dare responsabilità. Quando sei alla Juve non frega se sei giovane o vecchio, devi vincere e crescere in fretta".
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