Tudor riannoda il filo della vittoria. Yildiz-gol, la Juve torna a sorridere. Corto muso da missione Champions
La Signora si rialza col nuovo tecnico, Genoa piegato con una perla del numero 10 nel primo tempo. Convinzione, verticalità e meno possesso palla: i bianconeri reagiscono dopo gli ultimi crolli dell’era Motta. .

Igor Tudor, 46 anni, otto stagioni alla Juve da atleta. Ora come tecnico deve rialzarla
Aveva reimpostato il navigatore su ’vittoria’ ed è arrivata subito. Per lo spettacolo, ripassare: sempre che poi lo si pretenda, e che conti. Tudor fa ripartire la Juve. Già aver segnato contro il Genoa, dopo i dolorosi e recenti digiuni del finale dell’era Motta, è una novità. E il non aver subito reti, dopo le imbarcate dell’ultimo mese, è di per sé una svolta.
Yildiz è poco per fare primavera, ma la reazione dopo le recenti sventure non poteva essere veemente. Lo stesso tecnico croato, pur sull’onda dell’emozione del ritorno, l’aveva precisato: serviranno settimane per vedere i suoi girare al giusto regime. Intanto, il Bologna rimane sempre a portata, e non era scontato. Per il quarto posto è partito a tutti gli effetti un mini campionato ad altissima tensione sportiva, e finanziaria.
Il 3-4-2-1 di partenza della Signora era annunciato. Nico Gonzalez e McKennie le scelte sulle ali, cercando di innalzare la verve di una Juve che ora tutto deve dimostrare, tranne di essere compassata e ’cerebrale’.
Sulle prime la Signora palesa una certa fretta. Di verticalizzare e di trovare la giocata. Riducendo al minimo le riflessioni in fase di possesso. Il Genoa replica con solidità, con quella divisa alla Boca Juniors che da sola dà garra. I tagli centrali ravvivano la voglia di Vlahovic, Koopmeiners vaga: ma con più costrutto rispetto agli ultimi mesi di clamoroso anonimato.
Lo Stadium dimostra di apprezzare i tentativi di una squadra che rimane un cantiere aperto, ma in seno alla quale i ruoli sono definiti e impartiti senza svolazzi. Scontato che ogni singolo bianconero smanii di dimostrare che le ultime uscite sono state solo un enorme sbandata, non una manifestazione di scarsa qualità. E nel gol di Yildiz c’è tutto questo: l’improntitudine necessaria per puntare in alto, la tecnica che si sprigiona non disdegnando, che ne no, un rimpallo favorevole. Chi ha accelerato la rimessa che portato alla rete decisiva? Tudor.
Il Genoa fa la sua partita. Con Pinamonti sfiora il pari nella ripresa, quando la foga iniziale della Juve si stempera. Lo stesso Di Gregorio deve opporsi come sa in più di una occasione. Weah poi fallisce a tempo quasi scaduto il 2-0 dopo una sgroppata di Thuram. Ma un sorriso anima i volti del popolo bianconero al triplice fischio. Esprime non certo gioia, ma una minima speranza ritrovata in novanta minuti e rotti.
Domenica prossima a Roma, la Signora dovrà certo alzare il livello per mantenere un ritmo Champions. Ieri Tudor non ha utilizzato Kolo Muani, preferendogli un Koompeiners apparso ancora lontano dai tempi della Dea. Da registrare il ko di Gatti, tutto da valutare. Ma gli infortuni alla Juve sono una costante in questa stagione, indipendentemente dal tecnico. I bianconeri finiscono la partita stremati. Non succedeva da un po’.
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