Ultimo ballo della Signora. Alex Sandro addio con gol. E Chiesa affonda il Monza

Montero schiera il tridente e la Juventus va subito avanti con Fede. Il brasiliano, pupillo di Allegri, lascia Torino in bellezza e saluta tutto lo stadio.

di MICHAEL CUOMO -
26 maggio 2024
Alex Sandro addio con gol. E Chiesa affonda il Monza

Alex Sandro addio con gol. E Chiesa affonda il Monza

Ci sono lacrime amare, e quante volte le ha provate la Juventus negli ultimi anni. Ci sono poi quelle che ti accarezzano il viso e che hanno il sapore dolce dei sentimenti: le abbiamo viste su Alex Sandro, di nuovo acclamato dallo Stadium, a cui il destino ha riservato il più romantico dei finali. Il giro di campo è per raccogliere il saluto di chi ha esultato per l’ultima volta anche grazie a lui, perché nel 2-0 che chiude con una vittoria la stagione bianconera, c’è anche il suo zampino.

Di contro il morale del Monza non può essere scalfito dalla serata torinese, perché quella di ieri valeva solo per l’orgoglio e, risultato a parte, tutto sommato quello resta a una squadra che ha creato senza acuti esaltando le doti del parco portieri juventino, andando poi a un braccio dalla chance finale dal dischetto per accorciare le distanze. Tra certezze ed esperimenti, vince Montero che fa subito capire che può esistere Juventus con il tridente, senza Vlahovic ma con Yildiz e Chiesa in campo insieme. Fede scappa via a D’Ambrosio prima della mezz’ora per il diagonale del vantaggio. Non era però il primo acuto: il guizzo è di Perin a disinnescare una spizzata di testa insidiosa su punizione tagliata di Colpani, dall’altra parte Fagioli, di nuovo dall’inizio dopo la chiamata di Spalletti, bacia la parte alta della traversa con un piazzato dal limite. Il vantaggio Juventus ha l’effetto della mazzata sul morale di un Monza che per larghi tratti fa la partita: su corner Dany Mota difende male il primo palo e Alex Sandro, alla presenza numero 327 in bianconero, eguagliato Pavel Nedved, ci mette la spalla per abbracciare compagni e tifosi.

Per vedere una faccia nuova della partita serve aspettare la ripresa: con Djuric e Bondo, Palladino ha una marcia in più e un riferimento là davanti, ma c’è uno stimolo ulteriore per chi gioca tra i pali juventini. In panchina a guardare c’è Di Gregorio, che di quella porta è pronto a diventare il guardiano. Così anche Pinsoglio si esalta: prima su Birindelli, che col mancino era andato quasi a botta sicura, poi su Djuric con la solita specialità della casa, il colpo di testa. Quindi è tutta un’attesa per alzare al cielo la Coppa Italia nella parata di fine stagione. C’è però prima l’espulsione di Zerbin – doppio giallo – e un rigore di Weah su Dany Mota non assegnato per un braccio di Pessina a inizio azione. Eccoli, adesso sì, i tre fischi finali: il Monza attende di scoprire il futuro di Palladino, per la Juventus un capitolo nuovo può finalmente cominciare.

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