Un altro Vlahovic, un’altra Juventus. Motta vola in testa con il bomber. La Signora ha cambiato marcia

Doppietta del centravanti al Bentegodi, a segno anche il giovane Savona: i bianconeri sono soli in vetta e devono ancora inserire molti acquisti dal mercato. Verona ridimensionato davanti ai propri tifosi.

di LORENZO LONGHI -
27 agosto 2024
Motta vola in testa con il bomber. La Signora ha cambiato marcia

La gioia di Nicolò Savona, a destra, dopo aver segnato il gol del raddoppio

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VERONA (3-4-2-1): Montipò 6; Magnani 5,5 (11’ st Frese 6), Dawidowicz 5,5, Coppola 5,5; Tchatchoua 5, Belahyane 6, Duda 6 (40’ st Silva sv), Lazovic 5,5 (19’ st Harroui 6); Livramento 6 (11’ st Alidou 6), Suslov 6; Mosquera 5,5 (11’ st Tengstedt 5,5). Allenatore: Zanetti 6.

JUVENTUS (4-2-3-1): Di Gregorio 6; Savona 7 (32’ st Kalulu sv), Gatti 6 (40’ st Danilo sv), Bremer 6,5, Cabal 6,5 (32’ st Rouhi sv); Locatelli 7, Fagioli 6,5; Cambiaso 6 (40’ st Anghelè sv), Yildiz 6,5, Mbangula 7 (23’ st Douglas Luiz sv); Vlahovic 7. Allenatore: Thiago Motta 7.

Arbitro: Giua di Olbia 6.

Reti: 28’ pt Vlahovic, 39’ pt Savona, 8’ st rig. Vlahovic

Note: ammoniti Tchatchoua e Duda. Angoli: 4-1. Recupero: 3’ pt, 4’ st.

Non fosse estremamente prematuro, e vagamente ridicolo alla seconda giornata, si parlerebbe di fuga, eppure se la Juventus, dopo avere battuto 3-0 il Verona ieri sera al Bentegodi, è l’unica squadra a punteggio pieno in A, diciamo che si tratta almeno di una fuitina, un amoreggiamento col primo posto, che poi in fondo sarebbe anche il grande obiettivo finale. Presto, troppo presto, intanto però Thiago Motta i 6 punti se li è presi pur con una Juventus giovanissima, una squadra di stagisti e tirocinanti che hanno però studiato nelle scuole buone, hanno talento, cervello, voglia di imparare. E c’è anche da dire che pare quasi che tutto ciò che il tecnico italo-brasiliano tocca diventi oro, se si pensa che ieri, oltre a Vlahovic, è andato in rete anche Nicolò Savona, alla prima da titolare.

Ecco: Savona e Mbangula, rispettivamente classe 2003 e 2004, in queste prime due giornate sono stati i volti di una squadra che sta muovendo pedine e pedine sul mercato, ma ha scoperto anche di avere in casa qualche gemma inattesa (compreso un rinato Locatelli) che merita la vetrina.

Ieri Motta ha stupito a metà, a livello di formazione iniziale, preferendo Fagioli a Douglas Luiz, ma la penuria di uomini offensivi lo ha visto confermare l’avanzamento di Cambiaso nei tre a supporto di Vlahovic, con il debutto da titolare di Savona a destra in difesa. Del tutto diversa rispetto alle aspettative, invece, l’interpretazione di Zanetti, con il Verona schierato a 3 dietro – e non a 4 come con il Napoli – anche grazie al rientro di Magnani, e almeno l’avvio ha premiato le sue scelte: Hellas compatto, zero spazi per la Signora in giallo, Livramento e Mosquera a dar fastidio. La Juventus ci ha messo una buona metà tempo a prendere le misure ma, quando ha capito, ha preso a tambureggiare, è passata con Vlahovic, freddo a sfruttare il pallone servitogli da Yildiz, a sua volta imbeccato da Locatelli, e ha raddoppiato con un pallonetto di testa di Savona, sul secondo palo, su traversone di Mbangula da sinistra.

Partita in archivio già a inizio ripresa: rigore gol di Vlahovic (sgambetto di Tchatchoua su Mbangula), e a quel punto Zanetti è tornato a 4 per limitare ulteriori danni sulle fasce, mentre Motta ha regalato sprazzi di gara a Luiz, Kalulu, Rouhi, Danilo e Anghelè, chiudendo le prime due fatiche con 6 reti all’attivo, nessuna al passivo e 5 marcatori diversi. Poi, certo, nonostante l’eccellente esordio dell’Hellas la scorsa settimana, tra Verona e Juventus la distanza è netta, così come tra i bianconeri e il Como, e allora il primo stress test arriverà domenica sera, a Torino contro la Roma, e si riparte da zero. Anzi: da sei.

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