Una nuova Juve: Tudor cambia tutto. Signora più verticale e concreta. L’importanza dello spogliatoio
Ieri il primo allenamento: in 5 gare il tecnico vuole assicurarsi il quarto posto prima della sfida di Bologna

L'ingresso esterno dell'Allianz Stadium (o Juventus Stadium)
Occhio a bordo campo, sabato: già a partire dalla sfida contro il Genoa, il cambio in panchina deciso dalla Juventus sarà evidente, con una certa plasticità, già ai margini del campo. Questione di approccio, di atteggiamento: in questo, Igor Tudor ha poco in comune con Thiago Motta, e se spesso l’italo-brasiliano si è mostrato serafico, magari facile a incendiarsi nei confronti di assistenti arbitrali e quarto ufficiale, spesso accovacciato, apparentemente contemplativo, il croato riporterà, nei decibel e nella postura, un po’ di Allegri e di Conte.
Cosa che, del resto, la squadra, o almeno ciò che è rimasto alla Continassa e non hanno portato via le nazionali (il gruppo tornerà al completo solo giovedì), ha iniziato a sperimentare ieri, giorno del primo allenamento del nuovo tecnico. Tudor ha cominciato un percorso nel quale dovrà incidere sotto l’aspetto mentale e sotto quello tattico, dove è lecito attendersi una Juventus completamente diversa già a partire dalla difesa, anche per la richiesta di maggiore attenzione, in una linea più bassa e meno esposta a rischi inutili.
Sarà minore anche il ricorso alla costruzione dal basso, che per Tudor non è un dogma, e non è un caso che i riferimenti tecnici del croato siano Lippi, Capello e Ancelotti, filosoficamente molto diversi rispetto a quelli di Motta. Dalla nuova Juventus di Tudor si può attendere una normalizzazione delle posizioni in campo, banalmente: ognuno al proprio posto, seguendo i dettami dell’allenatore (verticalità e pressing uomo su uomo), con il quasi certo affidamento a coloro che sono finiti ai margini del progetto negli ultimi mesi, come Vlahovic e Yildiz, ma soprattutto il serbo che, comunque, resta il miglior marcatore stagionale bianconero, con 14 gol in 33 partite, parte delle quali solo spezzoni.
Si parte sabato all’Allianz appunto con il Genoa, quindi la Juventus sarà impegnata all’Olimpico con la Roma e in casa col Lecce, prima della trasferta di Parma e della sfida di Torino al Monza: cinque partite fondamentali che condurranno allo scontro diretto del 4 maggio contro il Bologna, cinque gare nelle quali i bianconeri dovranno possibilmente già riprendere il quarto posto per non dover rischiare il tutto per tutto nella partita del Dall’Ara, alla quale seguiranno quelle con Lazio, Udinese e Venezia.
L’obiettivo è quello minimo e massimo insieme, per Tudor necessario (ma non necessariamente sufficiente) per tentare di ottenere una riconferma sulla quale inciderà anche il Mondiale per club, ma che soprattutto il tecnico si giocherà attraverso la costruzione di un rapporto solido con la squadra, esattamente ciò che è mancato al suo predecessore. Patti chiari per ricostruire: il metodo Tudor inizia a prendere forma.
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