Una piccola Juve: Inter in paradiso. Vlahovic-Rabiot, ma è solo pari. Il Verona spaventa la Signora

Due punti in quattro partite per Allegri, continua il momento no e i nerazzurri sono a +9 con una gara in meno. La corazzata è tornata fragile in difesa e rischia già stasera il secondo posto: un’involuzione che preoccupa. .

18 febbraio 2024

Una corazzata che si riscopre fragile. La Juventus non vince più. Quarta giornata senza conquistare i tre punti per i bianconeri, che non vanno oltre il pareggio per 2-2 al Bentegodi di Verona e ora si trovano a -9 dall’Inter capolista, un potenziale -12 visto che i nerazzurri hanno una gara da recuperare con l’Atalanta. E stasera il Milan in caso di vittoria a Monza potrebbe soffiare il secondo posto alla squadra di Allegri. Non aver vinto in casa della terz’ultima in classifica è certo una nota a demerito, anche se poi la prova del Verona di Baroni è stata gagliarda. Due volte avanti i gialloblù, due volte ripresi da una Juventus che con l’inserimento di Chiesa e il passaggio al 4-3-3 è sembrata più viva e pericolosa.

In avvio la posizione di Suslov mette in difficoltà la Signora. E il sinistro con cui Folorunsho batte Szczesny è poi un colpo da campione. La Juve è scossa, ma poi è netto il rigore per il tocco di mano di Tchatchoua. Vlahovic trasforma con un gran sinistro, toccando quota 13 reti. La gara si mantiene viva, ritmi alti e giocata con intensità. Nella ripresa gli scaligeri ripartono grazie all’asse Suslov-Folorunsho-Noslin, con il giovane olandese che rasoterra batte Szczesny. Ma i bianconeri hanno la buonasorte e il merito di riportare tutto in equilibrio in solo 2’. Il Verona perde malamente palla in uscita bravissimo Locatelli di prima a pescare Rabiot dentro l’area. Il francese ha il tempo di controllare e con il sinistro freddare Montipò. Partita vibrante, Allegri rimescola le carte accettuando la forza offensiva con l’inserimento di Chiesa. Il Verona resta nel match ma qualche giocatore ha speso molto e Baroni pesca dalla panchina togliendo prima Noslin poi Folorunsho e Lazovic. Ma con l’ingresso di Chiesa è davvero un’altra Juventus con più logica e aggressività. Danilo ha una caviglia in disordine, Allegri non ha più cambi e i bianconeri giocano gli ultimi dieci minuti in inferiorità numerica perché il capitano è in campo per onore di firma. Ma l’occasione finale è della Juve con Montipò di piede che respinge il destro ravvicinato di Chiesa.

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