Lazio, Fabiani: "Chiusura Amsterdam è una barbarie, la Uefa deve intervenire"

Le parole del ds biancoceleste in seguito alla decisione della trasferta vietata ad Amsterdam dei tifosi capitolini

di Redazione Sport
28 novembre 2024
Lazio ad Amsterdam senza tifosi

Lazio ad Amsterdam senza tifosi

Roma 27 novembre 2024 - È stata una giornata intensa in quel del centro tecnico di Formello. Vigilia della sfida di Europa League contro il Ludogorets, subito dopo la conferenza stampa di Marco Baroni e Adam Marusic, è intervenuto in sala stampa il direttore sportivo del club Angelo Fabiani. Abbastanza scuro in volto, il dirigente ha parlato direttamente ai cronisti presenti, discutendo della decisione presa dalla sindaca di Amsterdam di vietare la trasferta ai tifosi laziali. Ecco le sue parole. 

Il dirigente ha preso la parola senza nessuna domanda: "Sono qui in veste insolita, ma come parte della società, era doveroso chiarire alcuni aspetti riguardo al divieto per i tifosi della Lazio ad Amsterdam". Questo è l'incipit di Fabiani, che poi prosegue: "Ieri appena è trapelata la notizia ci sono stati colloqui all'interno della società e non vi nascondiamo che siamo rimasti alquanto basiti da questa ulteriore limitazione. Nell'ultima trasferta ad Enschede, contro il Twente si sono verificati degli episodi... vogliamo dire da terzo mondo? Prendere i tifosi della Lazio e rinchiuderli negli alberghi vietando l'uscita anche per prendere da mangiare, l'ho configurato quasi come un arresto domiciliare".

Dopo questa prima parte di discorso, il dirigente entra maggiormente nello specifico circa la questione di Amsterdam nello specifico. "Considero Amsterdam al pari della nostra città. Una città aperta e multietnica, si vieta la trasferta ai tifosi per ordinanza di un sindaco. Allora mi voglio rivolgere alle autorità calcistiche e nello specifico all'Uefa: è bene che dal prossimo anno, ma anche da subito, prima di stilare i calendari o stabilire il percorso di ogni squadra, chiamino i sindaci e gli dicano le criticità. Quali possono ostacolare e privare una società, oggi la Lazio ad esempio, dei propri tifosi. I tifosi sono dei supporter, supportano e incitano la squadra. Noi andiamo a giocarci una partita importante, come contro l'Ajax, senza i nostri tifosi. La trovo una cosa del terzo mondo".

Le dichiarazioni di Fabiani sono lunghe e complesse e non risparmiano anche su un pizzico di termini giuridici, per cercare di rendere più semplice la spiegazione. "Non posso credere che una città non possa gestire un evento calcistico. Mi sembra un reato a consumazione anticipata: prima ancora che si verifichi un certo fatto prendo un provvedimento. Questo non è più calcio e non è più sport, si toglie lo spirito dal calcio. Adesso cosa diciamo ai tifosi che anzitempo hanno prenotato alberghi o voli, spendendo soldi per questa trasferta dove, oltre alla partita, volevano magari ammirare la città e fare un giro con la famiglia per le vie di Amsterdam. Oggi veniamo a sapere che non è possibile. Se il sindaco di questa bellissima città fa un'ordinanza, non poteva pensarci prima?".

Una domanda retorica a cui il dirigente biancoceleste risponde da solo approfondendo il proprio punto di vista" Se dal 13 sono stati messi in vendita i biglietti, il sindaco dove stava su Marte? Si dice che a pensar male si sbaglia, ma spesso ci si indovina. È come se noi, volendo trarre dei benefici, domani a mezzanotte il sindaco Gualtieri fa un'ordinanza e vieta l'accesso allo stadio. Non va bene. Credo che l'Uefa debba intervenire. Il presidente Lotito ha interpellato tutte le autorità, ambasciata compresa, ma parrebbe che in quelle zone il sindaco faccia la differenza su tutto e tutti. Non possono esserci decreti statali, il sindaco decide e si fa quello che decide".

Un triste epilogo al discorso da cui però il direttore sportivo vuole trarre però energia. "Bisogna farla finita, la Lazio vuole tutti i diritti delle altre società. Se poi qualcuno si rende protagonista di qualcosa di sbagliato ne paga le conseguenze, ma questa situazione è intollerabile e non riesco a digerirla. È bene che la Uefa, che organizza questi tornei, si metta in contatto subito con i sindaci per trovare delle criticità e in caso si giochi in campo neutro. Gli stessi diritti che ha l'Ajax, deve averli anche la Lazio. Se l'Ajax avrà i propri tifosi, non vedo perché non debba averli la Lazio. Già da ieri Il presidente sta avendo colloqui continui con le autorità competenti, speriamo possa sortire qualcosa di positivo e che il sindaco di Amsterdam si ravveda su un provvedimento che, secondo me, non ha ragione di esistere. A parti invertite il sindaco Gualtieri non lo avrebbe fatto questo. Ci sono le forze dell'ordine ad arginare eventuali atti di intolleranza, ma siccome non è la prima volta che accade una cosa del genere è giusto dire le cose come stanno. Sono stati fermati dei tifosi in trasferta che portavano pale e picconi, a noi fanno perquisizioni di ogni tipo e vorrei capire dove abbiano preso questi strumenti. Mi sembra si sia piuttosto prevenuti nei confronti della Lazio. Sono qui per chiarire la nostra posizione, che è molto critica, se qualcuno pensa che possiamo fare un passo indietro, sappiano che ne faremo quattro avanti".

Il direttore sportivo ha risposto anche ad alcune domande sul tema, la prima riguardante la risposta della Uefa sul tema. "La Uefa a oggi non ci ha dato nessuna risposta ufficiale. Noi abbiamo fatto ricorso in tutte le sede competenti. Tutto il mondo Lazio si sente preso di mira e non è tollerabile. Ovviamente si parla del rimborso dei biglietti, ovviamente ci saranno delle conseguenze anche da questo punto di vista. Siamo basiti, perché se volevano fare questa limitazione, bastava farla prima di mettere in vendita i biglietti. Se due settimane dopo, vado a memoria, l'apertura della vendita dei biglietti stabilisci che non si può accedere ad Amsterdam è allucinante e inaccettabile".

L'immagine del club, nelle parole della prima cittadina di Amsterdam, è stata associata ancora all'antisemitismo, con la società che risponde in modo duro. "Sono state fatte delle accuse ignobili e non c'è neanche da rispondere. Non vogliamo dargli importanza. Roma è una città che accoglie tutti. Non rispondiamo a queste accuse, che non appartengono alla società e all'ambiente Lazio. Noi non facciamo politica, ma rivendichiamo tutti i diritti che hanno le altre società. Chiunque decida di non farci andare nella loro città, lo deve dire prima, lo notifica alla Uefa e credo che proprio loro debbano farsi sentire. Non è tollerabile tutto questo. È imbarazzante un provvedimento del genere, veramente una presa in giro. Cosa andiamo a raccontare a tutti quelli che hanno speso 1000 o 1500 euro per far partire le famiglie. Poi veniamo a conoscenza invece in altre trasferte che i tifosi non potevano uscire dall'albergo. Bisogna che la Uefa metta una volta per tutte fine a queste situazioni. Con questi tempi è una vigliaccata, questo è anti calcio e non va bene".

L'ultima affermazione di Fabiani vede il dirigente sorprendersi di questa situazione, soprattutto in seguito ai fatti di Enschede. "Mi sorprende che proprio da quelle parti dove vietano le trasferte alla Lazio, siano partiti dei cori razzisti nei confronti di Tchaouna. Sul silenzio delle istituzioni italiane non faccio dietrologie, questa è una cosa più grande del singolo soggetto, ci sono persone preposte a gestire queste situazioni. Si può anche vietare una trasferta, ma lo si fa con i tempi e i modi giusti. Non posso organizzare una vacanza, pagare dei soldi e poi vedere tutto vietato. Questa è una barbarità che penalizza oltre misura la Lazio, l'immagine della società, i calciatori e la tifoseria . Se non si possono disputare le partite in una città, si gioca in campo neutro".

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