Lazio-Frosinone 3-1, Castellanos e Isaksen firmano la rimonta biancoceleste

I due si scambiano i ruoli nel giro di un minuto: prima il danese apparecchia per l'argentino e poi quest'ultimo sale in cattedra per vanificare il rigore ospite trasformato da Soulé prima del definitivo tris di Patric

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
29 dicembre 2023

Serie A, Lazio-Frosinone (Ansa)

Roma, 29 dicembre 2023 - L'allenatore migliore è colui che indovina la formazione iniziale o quello che invece sa correggere in corsa i propri errori? La domanda, in casa Lazio, sarà molto frequente in particolare per i detrattori di Sarri, sommerso dai fischi, così come tutti i biancocelesti, al duplice fischio di Feliciani che aveva chiuso un primo tempo letteralmente privo di emozioni. Proprio l'arbitro di giornata accende la miccia in una ripresa che avrà bel altri ritmi: colpa di un ingenuo tocco di pugno in area di Guendouzi che causa il rigore che sarà poi trasformato dallo specialista Soulé. I sogni del Frosinone si spengono quando, nel giro di appena un minuto, la premiata ditta Castellanos-Isaksen, con quest'ultimo subentrato a un evanescente Felipe Anderson, confeziona l'uno-due micidiale che di fatto indirizza l'intera contesa: prima il danese ricama per l'argentino e poi quest'ultimo ricambia il favore, rianimando un Olimpico che già preparava la contestazione più dura. La ciliegina sulla torta che vale la seconda vittoria di fila dei biancocelesti, che salgono a 27 punti e tallonano così il Napoli, la appone Patric dagli sviluppi di un corner battuto dal solito Castellanos, mentre per i ciociari arrivano il terzo ko consecutivo e l'ennesima dimostrazione delle tante difficoltà accusate in trasferta.

Le formazioni ufficiali

  Sarri sceglie il consueto 4-3-3: ad aprirlo c'è Provedel, protetto da Marusic, Patric, Gila e Pellegrini. In mezzo al campo ci sono invece Guendouzi, Rovella e Kamada, mentre il tridente di attacco è composto da Felipe Anderson, Castellanos e Zaccagni. Di Francesco replica con un 3-4-3 che tra i pali annovera Turati, con Monterisi, Okoli e Romagnoli a comporre il reparto arretrato: i quinti sono Gelli e Garritano, mentre in mezzo al campo agiscono Barrenechea e Brescianini, con Soulé, Kaio Jorge e Harroui a formare il tris offensivo.  

Primo tempo

  Un po' come da previsioni, i ritmi all'alba del match sono molto compassati, per usare un eufemismo. Poi all'11' il Frosinone batte un colpo con Harroui, che a chiusura di un batti e ribatti in area fa partire un tiro-cross che attraversa tutta l'area avversaria senza incontrare deviazioni né amiche né rivali. Gli ospiti sono partiti meglio e, non a caso, poco dopo, nella figura di Kaio Jorge, si esibiscono in una rovesciata tanto bella quanto imprecisa. La Lazio prova a farsi vedere in attacco al 29' sull'asse Zaccagni-Castellanos: il primo mette in mezzo la sfera e il secondo, anziché colpire di testa in perfetta solitudine, tenta lo stop di petto e facilita così l'intervento di Okoli. Al 38' il colpo di testa lo cerca e lo trova Monterisi: Provedel si fa trovare pronto ed evita che i mugugni già presenti nell'Olimpico diventino qualcosa di più serio. Al 42' Zaccagni prova a fare tutto da solo con un destro che tuttavia si spegne fuori dal bersaglio: troppo poco per provare a cambiare il risultato e, soprattutto, troppo poco per convincere il pubblico amico, che non ha gradito un primo tempo vissuto a ritmi bassissimi su entrambi i fronti, ma con la grande differenza che al Frosinone la cosa può andare più che bene.

Secondo tempo

  Sarri lascia negli spogliatoi un evanescente Felipe Anderson, per la verità comunque non l'unico colpevole di un primo tempo del genere: a subentrare è Isaksen. Il cambio suona la sveglia per la Lazio, che al 47' va vicina al vantaggio con Pellegrini, che con un gran sinistro dalla distanza sfiora il palo alla sinistra di Turati. Il secondo cambio biancoceleste e dell'intera partita è forzato: proprio Pellegrini si accascia a terra per un problema muscolare e lascia così il campo a Hysaj. Il trend di episodi negativi per la Lazio prosegue quando, al 55', Guendouzi allontana di pugno un cross che dalla trequarti era arrivato nell'area di casa: dopo on field review (e nonostante le proteste di Patric e Sarri, entrambi ammoniti), Feliciani assegna un rigore che viene trasformato da Soulé, bravo a spiazzare Provedel. Il Frosinone non è pago e prova a legittimare un vantaggio arrivato di fatto alla prima vera occasione dal gol: al 63' Kaio Jorge si presenta sul punto di battuta di una punizione che non viene schermata al meglio dalla difesa di casa, che ha comunque il merito di deviare fuori quel tanto che basta l'esecuzione del numero 9 ospite. Scampato il nuovo pericolo, Sarri cambia ancora: fuori Kamada e dentro Vecino, l'uomo della provvidenza in diverse situazioni disperate. La partita in esame è complicata ma non ancora diperata: a maggior ragione quando, al 71', Castellanos firma il pareggio con una gran torsione su suggerimento altrettanto illuminato di Isaksen. Passa un giro di lancette e i due protagonisti dell'1-1 si scambiano i ruoli per mettere a referto la rete del sorpasso: Castellanos imbuca per Isaksen, che con un preciso sinistro diretto all'angolino fa esplodere l'Olimpico. Il danese è una furia e al 74' servono le cattive maniere, con annesso giallo allegato, di Okoli per fermarlo. A fermare tutto è anche Di Francesco, che richiama in panchina Kaio Jorge, Harroui e Garritano e getta nella mischia Cheddira, Caso e Kvernadze. In realtà, il trend non cambia e all'80' i biancocelesti calano il tris ancora sul solito asse Castellanos-Isaksen, ma la segnalazione del fuorigioco vanifica tutto e tiene in vita il Frosinone. Il tris è comunque nell'aria e si materializza all'84', quando Patric manda in rete da zero metri il corner battuto da Castellanos e prolungato da Romagnoli. Chiusa a doppia mandata la sfida, Sarri concede minuti di riposo a Zaccagni e Rovella, rilevati da Pedro e Cataldi. Anche Di Francesco cambia: fuori Brescianini e Soulé e dentro Bourabia e Cuni. Ciò che non cambia più è invece il risultato nonostante il poker sfiorato da Castellanos in pieno recupero, con Turati stavolta a dire di no alla volée mancina su suggerimento di Guendouzi: un 3-1 che premia la Lazio e l'intuizione di Sarri, che si gioca la carta Isaksen all'alba della ripresa e raccoglie presto i dividendi.  

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