Lazio, Tudor: "Domani servirà tutto per vincere. Precedenti? Ogni partita è diversa"

Le parole di Tudor alla viglia del ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro la Juventus

23 aprile 2024
Igor Tudor

Igor Tudor

Roma 22 aprile 2024 – Alla vigilia di della semifinale di ritorno, in casa Lazio c'è fermento, serve recuperare due gol di svantaggio e i ragazzi di Tudor non partono sconfitti. L'ambiente è carico per tentare l'impresa contro la Juventus, per il terzo incrocio da quando il croato è tecnico dei capitolini. Una sfida che l'allenatore biancoceleste ha prestentato personalmente presenziando in conferenza stampa di fronte alla stampa, dopo due settimane di silenzio. Ecco le sue parole.

Cosa chiede alla squadra e ai tifosi per centrare l'impresa contro la Juventus? "È una gara importante perché si gioca per entrare in finale, contro una squadra forte e con un risultato che non è facile. Va provato fino alla fine con tutte le forze di passare, bisogna credere e fare una partita perfetta. Non sbagliare niente e andare con tutte le forze, questo è un obiettivo nostro e vediamo cosa succede".

Quanto mancaa questa Lazio per essere quella che hai in mente Tudor? "Per fare il risultato bisogna fare tutto sempre bene. È difficile parlare di percentuale, abbiamo sempre fatto buone partite da quando sono arrivato io. Ho impostato un calcio diverso, ma non mi accontento mai, cerco sempre di crescere e di migliorare. Come ho detto dopo il Genoa magari si può fare un passo indietro per farne due avanti. Stiamo però crescendo, vedo grande voglia e partecipazione dei ragazzi. C'è il piacere nei giocatori di ritrovarsi in questo calcio. Diciamo che siamo sulla strada giusta".

La prestazione in campionato contro la Juventus può essere un modello da seguire? "Abbiamo fatto due partite contro di loro e ogni partita è diversa dall'altra. Cambiano gli interpreti, i dettagli, le idee sono quelle ma poi tante situazioni possono cambiare la partita. Bisogna credere, è il bello del calcio. Spero sarà una partita lunga... i ragazzi li ho visti molto motivati e ci credono. Abbiamo fatto poco, dovevamo recuperare dopo il Genoa. Oggi facciamo rifinitura e scegliamo chi parte domani".

Cosa manca a Castellanos per fare una svolta e domani giocherà lui o Immobile? Anche Guendouzi come sta? "Immobile si è allenato ieri, sta bene ed è convocato. Guendouzi ha fatto due allenamenti e ci sarà anche lui. Con Taty ho fatto una bella chiacchierata proprio ieri, a volte ci tiene anche troppo. Ha qualità interessanti e sente di poter fare ancora di più, io provo a tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Per me con la Salernitana ha fatto un'ottima partita anche se non ha segnato, poi come ogni attaccante quando non segna pensa al gol. Deve pensare invece a come gioca e a come arriva a creare le occasioni da gol. Io cerco di consigliarli di pensare più al come aiutare la squadra, che non al gol in sé".

Luis Alberto può tornare titolare in pianta stabile? Felipe Anderson lo ha utilizzato anche in mediana, può tornare stabilmente in attacco? "Anderson ha sempre giocato nel suo ruolo, può giocare sia da trequartista che sulla fascia. Ha sempre fatto ruolo d'attacco, ora gioca più centralmente prima ha giocato sulla fascia. Luis Alberto ha giocato tanto, anzi ha giocato quasi sempre".

Per fare l'impresa basta il carattere o serve qualcosa in più? Lazzari recupererà o sarà come la ripresa di Genoa? "Manuel è in dubbio, vediamo se riuscirà a recuperare. Le parole del presidente sono belle, piacciono a ogni allenatore. Poi quando si parla di un'impronta dell'allenatore bisogna considerare tutte le cose, il lavoro dell'allenatore è complicato e si basa su tante cose, non solo sul carattere, ma anche sullo stile di gioco e sulla mentalità. Bisogna fare analisi profonde, nella mia carriera ho visto tante etichette e tante esagerazioni, penso invece che bisogna analizzare più attentamente ogni allenatore. Domani servirà tutto, serve fluidità ma aggressività, serve compattezza e saper difendere sia alti, sia bassi. Non dobbiamo regalare niente e tenere per 90 minuti, anche magari nei supplementari. Su queste cose ci si lavora tutti i giorni, non si lavora solo col carattere. Se scegliamo giocatori solo per carattere non si vince, si vince con la qualità dei giocatori. L'allenatore è importante, ma poi serve la qualità. Se non hai Felipe che dà quella palla, se non hai Daichi che fa quella giocata e Matias con quel velo non vinci le partite. Io spero che i miei domani saranno questi e loro un po' di meno".

Cosa sta chiedendo alla difesa e quanto manca per limare tutti gli errori? "È una cosa che abbiamo analizzato e stiamo cercando di lavorarci. Stiamo subendo qualche gol per errori idnividuali. Qua c'erano tanti imput sulla zona, ora lavoriamo tanto sul duello e andando tanto in avanti perdi la lucidità nel tornare indietro e coprire meglio. È difficile ottenere tutto, magari su alcune cose ottieni risposte migliori, più lavori su un aspetto più sei bravo, però magari perdi qualcosa su altro. Dobbiamo lavorare per avere quella solidità e per stare sul pezzo anche quando si difende bassi, quella cosa che la Juve fa con un livello ottimo. Loro sono bravi in quello".

La Juventus è una squadra che concede poco, spesso si fatica a calciare prima di entrare in area, come si trova il coraggio per tirare in porta? C'è la sensazione che si cerchi più l'assist che il gol... "Dipende un po' anche dalle caratteristiche dei giocatori. Si lavora sul coraggio di attaccare con tanti giocatori, poi si lavora su alcune situazioni. Con la Salernitana ho visto quattro gol e ne potevamo fare altri, ho visto cose interessanti. A Genova è più complicato, ma su questo ci lavoriamo tutti i giorni, su dettagli che in realtà alla fine non sono dettagli".

Isaksen può essere un incursore della Lazio di Tudor del futuro? "Caratteristiche dei giocatori sono importanti. Quando si fanno le rose a noi allenatori piace vedere le statistiche e vedere quanti gol fanno più o meno i giocatori, così sai su cosa lavorare. È chiaro che poi lo stile di gioco è importante, con un calcio offensivo i numeri possono anche salire. Isaksen mi piace, è un ragazzo perbene che ha delle doti importanti, l'ho fatto giocare, poi magari qualcuno ha fatto meglio ma è lì e aspetta il suo momento. C'è ancora da crescere a livello della mentalità e del peso di certe situazioni, la Serie A è un campionato difficile e bisogna crescere, lui è molto attento su ciò che dico e si applica bene in allenamento, è una dote che mi piace. Io dico che decidono sempre i giocatori, credo sia impossibile che un allenatore faccia giocare un giocatore più scarso di un altro".

Cosa ha imparato della Juventus nei due precedenti? "La domanda è giusta, ma la risposta non posso darla. Ne abbiamo parlato con lo staff e con i giocatori. Ci sono due o tre cose dove loro sono stati bravi e altre dove abbiamo fatto bene. Ci abbiamo lavorato, ma non posso dirvi su cosa abbiamo lavorato".

Come si prepara una partita del genere? "I giocatori se la preparano da soli una partita del genere. L'allenatore ti dà gli input, ma se da solo non capisci non c'è niente da fare. A tutti piace giocare queste partite, le motivazioni sono al massimo e per me è più facile preparare questa partita. Si mette maggior attenzione possibile nel non sbagliare niente".

Kamada in estate era tra i più attesi, quanto può essere determinante uno come lui? Su cosa deve ancora lavorare? "Di Kamada abbiamo parlato tante volte, ho sempre spiegato che un certo stile di gioco è meglio per qualche giocatore e per altri meno. A me è successo tante volte, sono cose del calcio che succedono in ogni squadra, non c'è da meravigliarsi o indignarsi. Kamada è un giocatore completo, tutte le doti sono a un buon livello e questo è importante".

FILIPPO MONETTI

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