Maignan e gli insulti razzisti, identificato un tifoso. L’Udinese lo bandisce a vita dallo stadio

Collavino: analisi con 300 telecamere. Nessun coro, casi singoli. “Nelle prossime ore contiamo di circoscrivere la situazione”. La curva dell’Udinese: “Noi accogliamo tutti”

22 gennaio 2024
Maignan durante la partita Udinese-Milan (Ansa)

Maignan durante la partita Udinese-Milan (Ansa)

Udine, 22 gennaio 2024 – Si stringe sempre più il cerchio intorno ai responsabili degli insulti razzisti a Mike Maignan, il portiere del Milan. Un  tifoso è già stato individuato, grazie al lavoro d’indagine collegato alle oltre 300 telecamere di sicurezza della Bluenergy Arena, molto all’avanguardia da questo punto di vista, e la società lo ha bandito a vita dallo stadio.

Così il club bianconero, che aveva annunciato  il pugno duro contro il razzismo in campo dopo il caso Maignan: "Il soggetto in questione sarà, a tempo indeterminato, bandito dal nostro stadio con effetto immediato". La società friulana conferma il proprio "impegno contro il razzismo e ritiene fondamentale l'applicazione di misure forti per mandare un concreto messaggio contro le discriminazioni, non solo nel calcio, ma nella società. Il club tempestivamente, già da sabato sera, ha lavorato in stretta collaborazione con le Autorità mettendo a disposizione tutte le sue telecamere e la strumentazione d'avanguardia di cui è dotato il Bluenergy Stadium al fine di dare un riscontro rapido alle indagini ancora in corso. L'Udinese ringrazia la Questura di Udine per la collaborazione e conferma la sua fermezza nel colpire i responsabili degli insulti che infangano l'etica sportiva del club, della Regione, della città di Udine e di una tifoseria che, da sempre, sono un modello di integrazione e rispetto".

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“Al Bluenergy Stadium, tra interno ed esterno, ci sono oltre 300 telecamere - ha aggiunto Collavino - nelle prossime ore contiamo di circoscrivere la situazione alla porzione di curva appena dietro la porta, disponiamo anche di audio”. Passaggio finale sulla società e sulla tifoseria: “Noi siamo da sempre multirazziali e multietnici. Dopo la sentenza Bosman, l'Udinese si è caratterizzata per allestire una squadra con calciatori di nazionalità diverse e per questo siamo stati anche criticati. Siamo un esempio di inclusione e tolleranza e anche la regione Friuli Venezia Giulia ha manifestato questi principi”. Nella lista dei 25 atleti, consegnata all'arbitro Maresca, che hanno sfidato il Milan, c'erano 10 calciatori di colore. 

La polizia sta continuando a visionare le telecamere di video sorveglianza del Bluenergy Stadium e ad ascoltare gli steward che erano in servizio nella zona di campo alle spalle del portiere Maignan. Da quanto apprende l'ANSA, il fatto che gli insulti razziali fossero circoscritti a pochissimi spettatori, rende l'indagine più complessa, a meno che non ci sia qualche testimone che possa indicare chiaramente le persone che hanno urlato frasi razziste. Oltre alle immagini, esistono comunque anche alcuni audio, che gli investigatori intenderebbero ascoltare e che saranno dunque chiesti alla produzione televisiva. Alcune postazioni si trovano alle spalle della porta, anche se sono rivolte verso il campo: potrebbero rivelarsi comunque utili per individuare almeno la specifica zona del campo da dove provenivano gli insulti.

Gli insulti al portiere del Milan rappresentano "un episodio esecrabile dal quale va presa una netta distanza”, ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a Campobasso sottolineando che “la sanzione sportiva è importante ma non esaurisce il problema”. È necessaria, dice infatti il titolare del Viminale, “una riflessione” con il ministro Abodi, per “una ripresa in considerazione del tema”. “Confido - conclude Piantedosi - che attraverso le immagini delle telecamere “si possa arrivare a individuare” i responsabili degli insulti, “perché è giusto che siano chiamati a rispondere personalmente”.

La curva dell’Udinese

Anche la Curva Nord dell’Udinese ha condannato l’episodio. “Le accuse di razzismo e di ignoranza non ci toccano. Noi accogliamo persone di tutte le età, di tutte le classi sociali e di tutte le nazioni. L'unico colore che conta veramente è il bianco-nero”. “Durante Udinese-Milan non è stato effettuato nessun coro discriminatorio - assicurano gli ultras -. Eventuali parole maleducate o urla incivili di un singolo non rispecchiano la nostra comunità. Numerosi giocatori dell'Udinese sono di colore e nessuno si è mai lamentato di aver subito comportamenti razzisti allo stadio o nella vita di tutti i giorni da parte del popolo friulano”. “Diffidiamo formalmente chiunque voglia continuare questa campagna denigratoria nei confronti della nostra gente per episodi che riguardano eventualmente singole persone”, conclude il comunicato. 

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