Supercoppa, vince il Milan: Inter battuta 3-2 al 94’

Conceicao vince ancora in rimonta, stavolta ancora più disperata da 2-0: decisivo Leao, ma il gol della vittoria è di Abraham

di MANUEL MINGUZZI
6 gennaio 2025
Inter-Milan 2-3

Inter-Milan 2-3

Riyadh, 6 gennaio 2025 – Una Supercoppa spettacolare. La vince il Milan 3-2. Bisogna partire dalla fine, quando la partita è sul due a due dopo la doppia rimonta milanista. Dumfries ha la palla buona a tre dalla fine, ma Maignan lo mura, così, al quarto di recupero, l’ennesima grande giocata di Leao, che ha cambiato la partita, smarca il tap in di Abraham per il gol decisivo e il tripudio rossonero. Conceicao, che aveva già vinto la Supercoppa da giocatore, la conquista da allenatore del Milan, con due partite allenate, due rimonte incredibili e un derby vinto. Soccombe l’Inter, che ha sprecato il doppio vantaggio (Lautaro e Taremi), a causa di una rimonta furiosa innescata da Leao, che ha guadagnato la punizione vincente di Theo, e poi da Pulisic che ha siglato il due a due momentaneo. Inzaghi rimane a sei trofei e non raggiunge Herrera e Mancini.

Una partita incredibile

Inzaghi si gioca il primo trofeo della stagione senza Thuram, così si affida a Taremi in coppia con Lautaro. Conceicao, senza Leao, sceglie Morata prima punta con Jimenez, Reijnders e Pulisic a supporto. I nerazzurri provano a fare la partita con il possesso palla, ma il Milan è ben disposto in campo e l’avvio di match è decisamente equilibrato, con pochi spazi e tanta densità. L’idea dei nerazzurri, per eludere il pressing rossonero, è l’attacco della profondità sfruttando il piede dolce di Bastoni, utilizzato per lanciare le due punte ed è così che Lautaro, al 6’, ha la prima occasione ma la difesa salva sul più bello. Il Milan è comunque vispo e Pulisic trova una bella traccia per Reijnders che colpisce sull’esterno della rete con una esecuzione tecnicamente rivedibile. I rossoneri, però, ogni tanto si aprono in zona centrale ed è lì che l’Inter ricerca la superiorità: al 12’ palla col contagiri di Barella per la testa di Taremi, nulla di fatto. Poco dopo è Reijnders a trovare un pezzo di bravura eccezionale saltando due avversari, ma il sinistro non è perfetto e la palla si spegne sul fondo. I rossoneri convincono e imbrigliano l’Inter, così Inzaghi non è soddisfatto per un giro palla troppo lento per aprire varchi. Ma i campioni d’Italia sono sempre i campioni d’Italia e in transizione Taremi crea l’occasione per Dimarco, che scaglia un sinistro su cui Maignan deve usare tutta la lunghezza del suo corpo per deviare la palla. Per i nerazzurri arriva invece una pessima notizia in zona trentesimo quando Calhanoglu segnala alla panchina che non può continuare, problema all’adduttore, dentro Asllani. La squadra di Conceicao è viva e brillante e chiude meglio il primo tempo, trovando buone trame, linee di gioco e costringendo l’Inter a difendersi, anche con un certo affanno. In avanti, i nerazzurri costruiscono soprattutto sul lato di Bastoni, praticamente il vero creatore di gioco, ma senza trovare la precisione necessaria a fare male a Maignan. Tuttavia, quando tutto sembrava indirizzato allo zero a zero dell’intervallo, arriva la stoccata di Lautaro, che punisce l’unico vero errore della retroguardia milanista. L’azione del gol nasce da una rimessa laterale a centrocampo, poi si dipana tra Mkhitaryan e Taremi, fino al numero dieci che finta due volte il tiro a giro poi sceglie la conclusione sul primo palo: boato dei nerazzurri.

Abraham la decide

La ripresa si apre con il raddoppio. Il merito è di De Vrij che lancia per cinquanta metri sull’inserimento di Taremi, freddissimo a trafiggere Maignan con un preciso piatto destro. Sembra finita. Conceicao deve subito fare qualcosa e sceglie Leao al posto di Jimenez. Il cambio sortisce un effetto immediato, perché è proprio Leao in serpentina a guadagnarsi una punizione dal limite che Theo trasforma sul palo di Sommer al 52’: 2-1. Il Milan riguadagna fiducia e inerzia e torna a credere alla rimonta. L’Inter sbanda e rischia al 60’ con una zuccata ravvicinata di Pulisic, ma lo statunitense non trova forza e angolo e la palla cade docile tra le braccia di Sommer, mentre sul capovolgimento di fronte Lautaro va vicino al tris. Partita vibrante, emozionante, con continue occasioni. Leao spacca ancora la partita e la difesa avversaria e serve a Reijnders un cioccolatino che Bastoni decide di richiudere con un salvataggio clamoroso di un gol già fatto. Il match è totalmente riaperto e al 64’ arriva invece il colpo di reni di Sommer su stacco aereo di Morata. Altro rischio. Inzaghi capisce che è ora di cambiare e sceglie Zielinski e Carlos Augusto per Mkhitaryan e Dimarco per provare a calmare le acque e ridare ordine. Per poco Taremi va vicino al gol che potrebbe chiudere i conti su centro di Dumfries, ma l’iraniano non trova la coordinazione giusta e il pallone passa innocuo davanti alla porta. Incredibile al 72’, la ripartenza Inter sfocia su Dumfries che crossa morbido per Carlos Augusto: zuccata e palo con Maignan che si salva anche con fortuna perché la palla non è entrata tutta. Saltano gli schemi, il Milan assalta, l’Inter riparte e con le squadre stanche ci sono possibilità di segnare da entrambe le parti. Conceicao va con gli ultimi cambi offensivi e opta per Loftus Cheek e Abraham per l’assalto finale. Gli sforzi dei rossoneri vengono premiati all’80’, sempre da sinistra dove Theo fugge a Barella, che è scalato in marcatura ma non ha passo per reggerlo, poi cross al centro dove arriva Pulisic per il mancino vincente: 2-2. Ma la partita non è finita, perché all’88’ la palla buona arriva sul destro di Dumfires, dopo che il neo entrato Frattesi era stato murato da Thiaw, ma Maignan è decisivo in uscita. E allora la vince il Milan, al 94’ spaccato nonostante la squadra fosse sbilanciata rischiando più volte dietro. Il merito è di Pulisic che smarca Leao, bravo a servire l’inserimento di Abraham. Pazzesco. Il Milan alza il primo trofeo stagionale, con due rimonte incredibili sia in semifinale che in finale. Inzaghi a secco e non raggiunge Mancini ed Herrera a quota sette trofei con l’Inter.

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