Assalto alla Champions. Manca l’intoccabile Pulisic. Torna il doppio centravanti
Verso un Milan a due punte mercoledì con la Stella Rossa: coppia Abraham-Morata. Fonseca cerca l’ennesimo rilancio privo dello statunitense fin qui sempre in campo.
Indietro non si torna. O, forse, sì. Perché la serata di Bergamo va per forza archiviata, ma restano gli strascichi. E non solo arbitrali (i fischietti chiedono una sanzione per Fonseca dopo lo sfogo del tecnico). C’è la classifica a preoccupare: -9 dalla zona Champions League, da Inter e Fiorentina che anch’esse hanno una gara da recuperare (l’una contro l’altra). E preoccupano anche le condizioni di Pulisic: sempre in campo, dall’inizio o dalla panchina quando obbligatorio, fin qui, oggi si sottoporrà a una risonanza magnetica per capire l’entità dell’infortunio al polpaccio. Dopodomani non ci sarà, rischia di saltare anche le sfide con Genoa e Verona. Intanto c’è la Stella Rossa, mercoledì alle 21 a San Siro. E quella Champions che in campionato è tanto lontana, diventa vicinissima. E appetibilissima: 9 punti, sedicesimo posto. L’obiettivo è entrare nelle prime otto per saltare i playoff: secondo un calcolo di Opta (dopo 50mila simulazioni) con 15 punti c’è il 73% di possibilità di arrivare almeno ottavi, con 16 il 98% di chiudere tra le prime. Non impossibile, visto che il calendario poi dirà Girona e Dinamo Zagabria. Quindi, all’assalto. Per milioni di motivi: i 2,1 che vengono incassati per ogni vittoria, gli 11 che verranno assegnati a chi si qualificherà direttamente agli ottavi di finale, i 2 di bonus riservati a queste otto squadre. E, ancora, sempre per costoro, una quota tra i 7,7 e i 9,9. Più di 20 milioni di motivi insomma, senza contare le vittorie e gli altri introiti.
Quindi, ancora, all’assalto. Fonseca, piuttosto, si interroga sul come. La tentazione è tornare allo schieramento che ha riportato il derby sulla sponda rossonera del Naviglio: 4-2-4 con Morata più Abraham. L’alternativa principale è Loftus-Cheek, subentrato a Pulisic al Gewiss, per un più classico 4-2-3-1. Poi, la questione Musah. Lo statunitense è stato eletto equilibratore perfetto con il Real Madrid e con l’Empoli, meno con la Juventus e con l’Atalanta. Con lui in campo la squadra passa agevolmente al 5-3-2 in caso di necessità. Con lui in campo Leao può concedersi il lusso di giocare più accentrato e di avere meno compiti difensivi (processo già in atto prima della “mossa Musah“). L’equilibrio ritrovato, però, è andato a farsi friggere contro la Dea: il Diavolo è calato alla distanza, pur reggendo fino a due giri d’orologio dalla fine. Ora, in Europa, la storia deve essere diversa. Perché non vincere minerebbe altri equiibri faticosamente ritrovati.
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