Caso Leao, a Monza il terzo atto. Ancora panchina: futuro in gioco. E il Barça può riprovare il colpo
Fonseca assicura che l’attaccante portoghese "non è un problema", ma non lo inserisce tra i titolari. Al suo posto il mister rossonero sceglie Okafor, e dalla Spagna filtra un nuovo interesse blaugrana.
"Non è un problema, non è un caso": Fonseca dixit. Ma l’aria che tira è proprio quella. Al centro del tutto, anzi fuori, Leao. Il 25enne non è stato schierato nell’undici anti-Monza (fischio d’inizio alle 20.45, questa sera all’U-Power) provato ieri a Milanello. Si va verso la terza panchina consecutiva in campionato. Nemmeno un minuto contro l’Udinese: non succedeva dal lontano dicembre 2021. Poi una mezz’oretta da subentrato martedì sera, nonostante il Diavolo fosse già privo dall’inizio di big quali Theo Hernandez e Reijnders (per via della squalifica slittata causa rinvio a Bologna) oltre a Pulisic (non titolare causa gastroenterite). Senza dimenticare Gabbia (problema muscolare) e Abraham (infortunio alla spalla): il primo non rientrerà nemmeno in Brianza. Nel mezzo, la titolarità contro il Bruges. Ma con un “ma“ pesante: il cambio al quarto d’ora della ripresa, col Milan in difficoltà (raggiunto sull’1-1 dai belgi in dieci) e poi, senza di lui, rinato.
Questa sera, gli indizi portano al tris (anche per Tomori, mentre al posto di Emerson Royal è in pole Terracciano su Calabria) per il numero dieci: il giocatore più pagato della rosa (circa 7 milioni, contratto fino a giugno 2028, clausola rescissoria da 175 milioni valevole per i primi quindici giorni di luglio), il giocatore a cui è stata anche affidata la fascia di capitano contro il Lecce. I numeri dicono un gol e quattro assist fin qui: mai così poco, in totale, se non nella sua prima stagione in rossonero, nel 2019. I numeri dicono 88 minuti in campo su 270 disponibili nelle ultime tre gare. I protagonisti? Nulla, per ora. Niente conferenza stampa, ieri. Ma dichiarazioni a Milan Tv: "La squadra sta crescendo su diversi aspetti, resto fiducioso". Dunque si torna al post ko contro Conte che ha peraltro riscritto la classifica: -11 dalla vetta, seppur in una graduatoria che andrà ulteriormente aggiornata dopo il recupero al Dall’Ara. "Non c’è nessun conflitto me e Rafa – le parole dell’allenatore – è solo una scelta. Tutti i giocatori devono dare il massimo per la squadra, io cerco di motivarli con diverse modalità. E non devo pregarli affinchè si impegnino". E ancora: "Leao è entrato bene, ha dato buone risposte. E onestamente anche la partita di Okafor è stata buona. È difficile per me decidere in questo momento".
Il padre del calciatore, Antonio, e il suo entourage erano a San Siro. A Milanello, giovedì, c’era Ibrahimovic. Il Barcellona, l’indiscrezione dalla Spagna, sarebbe tornato a interessarsi all’attaccante. Insomma, tira aria pesante in giorni che lo sono altrettanto: oltre al distacco in campionato, c’è una Champions con una vittoria in tre partite e il Real che aspetta i rossoneri a Madrid. Bivio, di fatto. L’ennesimo. Fonseca ne è sempre uscito con le sue (coraggiose) scelte: il 4-2-4 nel derby, il turnover estremo con l’Udinese. Cugini battuti dopo sei ko, bianconeri battuti nonostante l’espulsione prima della mezz’ora di Reijnders. Ora, Fonseca sembra di nuovo sotto osservazione a giudicare dal ritorno del tam-tam sui vari Allegri, Tudor, Terzic per la possibile successione. Di certo tra Monza, Real e il Cagliari c’è molto in ballo. E l’aria romantica da amarcord nei nomi di Berlusconi e Galliani, ma anche Nesta e Maldini, passando per Pessina e Massaro, non sfiora il tecnico. Perché In ballo c’è soprattutto lui. E vuole ballare a modo suo. Molto probabilmente ancora senza Leao.
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