Il Diavolo bussa a casa di Ancelotti. Fonseca lancia Leao: "Sarà decisivo». Un Milan da svolta contro il super ex
Rossoneri a caccia di una vittoria che in casa del Real Madrid manca dal 2009: Rafa parte titolare. Carletto dopo l’alluvione: "Il calcio doveva fermarsi in tutta la Spagna, ma il nostro potere è zero" .
Qui si fa la storia. Concetto abusato, etichetta erosa, ma non qui al Bernabeu. Questa sera (ore 21), ballano 22 Champions: 15 della casa, 7 le porta il Diavolo. Stelle e scintille, da sempre. Le ultime nel lontano novembre 2010: doppietta di Inzaghi a San Siro e 2-2. L’ultima e unica vittoria rossonera nella tana del Real l’anno prima, quando Leonardo schierava, oltre a ’Super Pippo’ un tridente con Pato e Ronaldinho. Da allora, a Madrid sono arrivate cinque Champions, tre targate Ancelotti. E il flash back scatta automatico a quel 5-0 datato 1989 al Meazza: proprio di ’Carletto’ il primo gol rossonero, poi il trio olandese e Donadoni per volare al Camp Nou e stendere la Steaua Bucarest. Era l’epopea di Sacchi, vincente anche l’anno successivo e, pare, ispirazione per Flick: allora da giocatore del Bayern battuto, ora da allenatore del Barcellona vincente per 4-0 – studiato da Fonseca – proprio su Ancelotti nel nome (anche) della difesa (estremamente) alta. Passato e presente a braccetto: il Real arriva a questa sera dopo aver perso l’imbattibilità in Liga durata 42 partite. E dopo aver “riposato” causa rinvio del match nel fine settimana in una Valencia martoriata dall’alluvione. Qui finisce la poesia, per Ancelotti: "Il calcio doveva fermarsi in tutta la Spagna e dovrebbe farlo nei prossimi giorni. Lo spettacolo deve andare avanti, ma per me non è così. Però noi siamo degli impiegati e il nostro potere è zero".
Poca voglia di amarcord, dunque presente: "Il Milan non è partito bene, ma ha qualità davanti e un potenziale che non è ancora riuscito a tirare fuori". Sembra un testo scritto appositamente anche per Leao. Tocca a Fonseca rispondere all’inevitabile questione delle tre panchine consecutive in campionato, l’ultima a Monza nel nome del "per me è come Musah o Loftus-Cheek". E Paulo risponde: "Rafa giocherà dall’inizio. E la mia aspettativa è quella di sempre: che possa essere decisivo. Non sono sorpreso che si discuta molto sulle sue esclusioni, ma so quello che è importante per me e per la squadra. Continuo per la mia strada". Ancora assente Gabbia, Abraham si cndida per uno spezzone. In difesa Pavlovic si gioca una maglia con Thiaw, ma la sorpresa potrebbe arrivare in avanti: Musah esterno a destra pronto a diventare terzo di centrocampo, con Pulisic a partire sulla tre quarti per poi virare sul lato opposto a Leao.
Intoccabile Morata: "Per me e per la squadra è importantissimo, decisivo. Non solo come giocatore: è esemplare e molto intelligente, lavorerà come sempre tanto per i compagni". Ha l’aria di un messaggio a tutti i naviganti, l’ennesimo: con me bisogna pedalare. A maggior ragione se i punti in Europa sono appena tre e non aggiungerne riporterebbe in auge liste di successori appena messe nel cassetto. A maggior ragione se si gioca sul campo della "favorita per vincere la Champions. Ma noi non abbiamo paura di nessuno". Ennesimo bivio, già a inizio novembre, per il Milan e per Fonseca. Che, come in precedenza, ha tutta l’aria di volerlo affrontare di petto.
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