Il turnover presenta il conto (salato). La rimonta rossonera è solo illusione. Pioli cambia troppo dopo il Rennes. E il serbo rischia una maxi squalifica
Squadra ko in casa dell’ex Galliani. Nel mirino una formazione variata per cinque undicesimi. Oltre al danno la beffa: l’attaccante verso un lungo stop a causa del colpo proibito rifilato a Izzo . .
Dal possibile sorpasso al secondo posto su una Juventus annebbiata doveva essere lo stimolo giusto per espugnare l’U-Power Stadium, mettendo da parte le emozioni e i tanti ricordi passati che legano Milan e Monza da quando Silvio Berlusconi ha acquistato il club biancorosso, portando con sé una colonna rossonera come Adriano Galliani: niente di più sbagliato, perché ieri sera nel fortino di Palladino il Diavolo si è sciolto mandando alle ortiche l’occasione migliore per ridare slancio alla propria classifica. I cinque cambi optati dal tecnico rispetto alla formazione titolare vista contro il Rennes in Europa League non hanno pagato affatto.
Oltre a un Adli poco lucido e un Okafor non pervenuto, a rovinare la festa del Milan ci hanno pensato prima il rientrato Thiaw (intervento ingenuo e senza senso che è costato il rigore dello svantaggio di misura) e poi lo sconsiderato Jovic, espulso per una manata in faccia rifilata a Izzo a inizio ripresa, quando Pioli aveva provato a rimediare alla formazione iniziale affidandosi ai suoi titolarissimi. La condotta violenta di cui si è reso protagonista il serbo rischia di tenerlo lontano dai campi per almeno tre giornate, una tegola inattesa e inutile in un momento storico in cui il Milan è impegnato sul fronte campionato ed Europa League: il veterano Giroud, che ieri appena entrato ha trovato la via del gol, sarà quindi costretto agli straordinari. Nonostante gli obiettivi dichiarati dalla società sembrano essere già stati raggiunti ("In questa stagione dovevamo raggiungere la qualificazione in Champions e mi pare che ci siamo, poi per la prossima ce ne daremo di nuovi, ma avendo un occhio molto attento all’equilibrio economico, che è alla base di ogni strategia sportiva per non renderla zoppa" le parole del presidente Paolo Scaroni), è evidente che migliorare una classifica dove i cugini nerazzurri sembrano ormai destinati a cucirsi il ventesimo Scudetto sul petto rientra nei doveri di tecnico e giocatori.
Il centrocampo è stato senza dubbio il punto debole dello scacchiere pioliano che ha visto anche l’eclissi di Loftus-Cheek, mattatore a San Siro contro i francesi solo pochi giorni fa, mentre la garanzia quantitativa e qualitativa offerta da Bennacer è stata oscurata da un errore grossolano che ha portato al raddoppio di casa. Il digiuno sotto porta di Leao, entrato all’intervallo per provare a raddrizzare la direzione presa dal derby lombardo, sembra non fare più notizia, ma è esattamente in serate come quella di ieri che i talenti dovrebbero emergere e farsi carico di guidare la squadra fuori dalla tempesta.
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