Leao, tempo scaduto. Milan spalle al muro. Rafa deve svegliarsi
Rafael Leao, il numero 10 del Milan, si trova sotto i riflettori dopo prestazioni deludenti. Critiche e pressioni crescono, ma il giovane talento deve trovare la forza di reagire nel difficile contesto del derby.
Le spalle rivolte al mondo, i rapidi passi che risuonano nel silenzio del tunnel di San Siro. È questa l’immaginaria vignetta di Rafael Leao prima del derby. Capo chino, giubbotto di un fashion partner del club con tanto di diavoletto sulla schiena, occhi indugianti sul cellulare utilizzato come scudo verso scomodi sguardi. Primo a lasciare lo stadio, unico a disertare il confronto con i tifosi dopo la “scoppola“ con il Liverpool. Nella sua mente, da quel momento ad oggi, il susseguirsi di commenti come un infinito scroll sui social media: "Insufficiente", "dimenticato", "poco servito", "non è un top player". Hot topic perenne il portoghese, anche per gli addetti ai lavori. Pare più equilibrata la visione di Alessandro Del Piero ("deve anche andare lui a prendersi la palla"), rispetto all’estremo Kenny Cunningham dall’Inghilterra ("È come se fosse in uno stato di coma indotto").
È l’inevitabile destino di un numero 10 del Milan da 5 milioni di euro l’anno più bonus sino al 2028. Essere soli, anche quando soli non si è, come ricorda il "ditino" di Theo Hernandez dopo l’assistenza sull’1-0 al Venezia. Il peggior viatico possibile nella peggiore era derby di sempre, per il Milan. Perché se a livello di incassi si può riscrivere la storia della Serie A, statistiche alla mano il tifoso teme il settebello nerazzurro. L’andidoto, il miglior Rafa possibile. Ritrovare serenità sarebbe impossibile senza lasciare il segno, senza evitare un nuovo ko. Con il rischio di vivere una lunga stagione in ostaggio. Lui del Milan. Il Milan di Leao. Inter, che davanti potrebbe opporre Darmian o Dumfries, con alle spalle quel Pavard che esultò dopo un takle vincente sul portoghese nell’ultimo confronto, quello dello Scudetto. Servirà un altro approccio, uno sguardo alto e fiero, in un big match che fondamentalmente lo attende positivo dal quarto di finale di Champions con il Napoli di due anni fa.
Alle sue spalle la “saetta di Almada“ dovrà avere ben altro supporto, una linea di mediana capace di reggere l’urto contro i vari Barella e Calhanoglu, equilibrata da una fascia sinistra che oggi non "copre", non "segue", non "aiuta", evidenziando ancora di più le congenite criticità della destra rossonera. "Leao a volte fa perdere la pazienza, ma è l’unico che sa fare cose diverse", Fabio Capello ancora una volta coglie nel segno. Rafael Leao è unicità, in un Milan che registra in queste ore la visita di Ibrahimovic a Milanello e le voci sempre più insistenti di un esonero di Paulo Fonseca in caso di nuova sconfitta. Sarà notte drammatica da derby, nel bene o nel male. Leao dovrà confermare la sua unicità, risvegliandosi. Per essere la miglior versione di sè stesso.
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