Milan, il cuore non basta. Si sveglia tardi col Bayer. Fonseca ancora a zero
Il Diavolo resiste a lungo ma poi cede a Leverkusen: decide una rete di Boniface. Solo nella mezz’ora finale la reazione dei rossoneri e una doppia occasione fallita.
Per veder sbocciare il nuovo Milan di Fonseca in Europa, toccherà aspettare ancora almeno fino al 22 ottobre col Brugge: altro ko. Tutt’altra storia rispetto al tris incassato dal Liverpool. Ma, appunto, in Champions "è un’altra storia rispetto alla Serie A". Fonseca dixit. E il campo lo conferma, nonostante il tecnico tenti di tirare dritto nelle scelte iniziali: dieci undicesimi sono gli stessi che hanno battuto Lecce e Inter (Calabria e soprattutto Pavlovic ancora “panchinati“). Manca Morata, ancora alle prese con la borsite e, al contrario di venerdì scorso, preservato. Quindi, niente 4-2-4. Anche se, senza palla, l’atteggiamento sulle uscite del Bayer è copia-incolla di quello visto nel derby: Pulisic, Abraham, Reijnders (rialzato sulla tre quarti) e Leao alti e stretti, sulle linee di passaggio, per chiudere i corridoi centrali. Il Bayer vede e provvede: gira al largo, gioca largo, per poi però ripiombare sulla tre quarti rossonera di palleggio e di gamba, grazie alle buone sinergie tra esterni e mezze punte. Tant’è. Tanto che il triangolo ad ampissimo perimetro Garcia-Frimpong-Boniface finisce col centravanti in gol (ma con Frimpong in fuorigioco). Resta comunque istantanea fedele di un primo tempo marcatamente tedesco: 10-1 il conteggio delle conclusionin (si chiuderà però 16-14 per il Milan), con gli uomini di Xabi Alonso a coprire una distanza superiore di oltre 4 km rispetto a quelli di Fonseca (si chiude a oltre 9). Gli inghippi arrivano soprattutto dalle corsie: il Milan stringe, il Bayer si prende altrove gli spazi giusti. Ma grazie a Maignan (e anche a un Fofana in versione cento per cento diga) i rossoneri riescono a digerire fino a un certo punto i campioni di Germania che, prima dell’1-1 in Bundes con il Bayer, viaggiavano alla ragguardevole media di quattro gol a partita, visti i recenti poker rifilati a Wolfsburg, Feyenoord in Champions, Hoffenheim. L’altro lato della medaglia, però, è che la squadra di Fonseca non morde praticamente mai: giusto qualche fiammata di Leao e Pulisic spenta senza troppi patemi da Tah e compagni. Giusto un guizzo di Abraham che, circondato, chiede vanamente il rigore per un contatto con Tapsoba. Troppo poco. E il Bayer passa alla cassa sfondando con la combinazione Garcia-Grimaldo: Maignan fa l’ennesima parata su Frimpong, ma Boniface (inizialmente in fuorigioco) è in zona ed è una sentenza. Gol che scuote. Non Reijnders che cincischia sul più bello. Ma la squadra sì. Il baricentro si alza di metri e metri. Ci prova pure Fofana. Ci prova soprattutto Morata che entra e fa il diavolo a quattro: per poco, non beffa Hradecky in disimpegno. Per poco, poi, non caccia in porta dopo la traversa di Theo. Per poco, questo Milan non basta ancora in Europa.
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