Milan, la sera giusta per la svolta. Fonseca ricomincia da Leao e Theo: "Brugge da battere, siamo il Diavolo»

Champions League, alle 18.45 a San Siro una partita da non fallire e il tecnico dà già la formazione. Ibra non finisce di stupire: secondo il Sun avrebbe un futuro come pugile nella Misfits Boxing.

di LUCA MIGNANI
22 ottobre 2024
Fonseca ricomincia da Leao e Theo: "Brugge da battere, siamo il Diavolo"

Paulo Fonseca, 51 anni: in A il suo Milan si è rialzato, in Champions è a quota zero

Da furioso a scherzoso, il passo è stato (apparentemente) breve per Paulo Fonseca. Nel mezzo, invece, due settimane di rivoluzione. Dal ko di Firenze con il noto doppio “scippo” sul dischetto, ai tre punti a suon di colpi di fioretto e soprattutto spada contro l’Udinese in dieci, con vista sulla Champions di questa sera. Il Milan è (ri)cambiato: altro giro, altra svolta, proprio come nel derby. All’origine del tutto, le scelte del portoghese. Che, di conseguenza, cambia anche lui. Così, dal "sono inc.....o" nella pancia del Franchi, passando per il "non me ne frega un c...o del cognome del giocatore" in conferenza a Milanello venerdì scorso, si arriva a ieri: "Va bene, dai, vi dico la formazione".

Più di un sorriso, prima e dopo. Il tecnico sente la corrente tirare dalla propria parte, ora. Ora che il Milan ha imparato a sporcarsi le mani, a compattarsi alla bisogna a ridosso della propria area, a correre l’uno per l’altro, a vincere quei duelli che invece erano stati persi con la Fiorentina. A salire sul ring insomma, proprio come sarebbe pronto a fare Zlatan Ibrahimovic, secondo il Sun: dall’Inghilterra, infatti, scrivono che il senior advisor di RedBird potrebbe fare il suo ingresso nel mondo della Misfists Boxing del “boss“ Mams Taylor. Che ha dichiarato: "Ho cercato di convincere Zlatan, può combattere. Ci siamo sentiti, ha visto molti incontri, sarebbe un buon avversario". Si vedrà.

Gli occhi di Fonseca sono su tutt’altro ring: perché le note della Champions sono suonate due volte fin qui, ma le tasche sono ancora vuote, e stasera col Brugge sarebbe impensabile di restare ancora al palo. "Non è una gara decisiva, ce ne saranno tante altre. Ma sicuramente è importante e chiaramente dobbiamo vincere. Siamo il Milan", il messaggio dell’allenatore che ripartirà sia da Theo Hernandez (squalificato in campionato) che da Leao (in panchina per tutta la partita contro l’Udinese, l’ultima volta era capitato tre anni fa). "Ho chiesto a loro di lavorare dando il massimo per la squadra. Mi aspetto questo, come me lo aspetto da tutti". Mancherà Abraham, alle prese con il trauma alla spalla destra (ai tempi della Roma fu operato alla sinistra) rimediato sabato scorso: la radiografia effettuata poche ore dopo l’infortunio, comunque, aveva già escluso fratture. Fuori, ancora, anche Calabria (problema muscolare al polpaccio sinistro), Jovic (non in lista Champions), oltre ai lungodegenti Bennacer e Florenzi. Ci sarà invece Gabbia: assorbita la contusione che lo aveva estromesso dai convocati per la partita con l’Udinese. La coperta, al momento, sembra corta soprattutto in attacco. Ma Fonseca non ci bada: "La situazione, con Abraham e Jovic infortunati, è atipica. Ma abbiamo soluzioni, non penso al mercato di gennaio. E abbiamo Camarda, in cui crediamo molto". Reijnders, giocherà alle spalle di Morata, tornando così trequartista e non centrale di centrocampo.

Duttilità, altro elemento centrale nel Milan del "grande cambiamento" targato Fonseca. Alla base del tutto, il tecnico ha piazzato quello "spirito di gruppo" messo in bella mostra contro i centimetri e la superiorità numerica per più di un’ora dell’Udinese. La squadra "dominante" arriverà, secondo il tecnico. Prima, pedalare. E, se serve, rifilando anche qualche pedata: "Siamo un po’ troppo santi nei falli, dobbiamo essere quello che siamo: il diavolo". Perché in partite come quelle di questa sera e in un momento come questo, serve soprattutto la sostanza.

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