Milan, regalo e mezzi sorrisi. Ci pensa ancora Reijnders. Ma Fonseca perde Leao

Un gol dell’olandese basta per battere il Verona e riprendere la corsa. Rafa esce per un guaio muscolare. RedBird rifinanzia il prestito con Elliott.

di LUCA MIGNANI
21 dicembre 2024
E’ durata poco più di una mezz’ora la partita di Rafael Leao, 25 anni: l’attaccante è uscito per un dolore alla gamba

E’ durata poco più di una mezz’ora la partita di Rafael Leao, 25 anni: l’attaccante è uscito per un dolore alla gamba

Contava soprattutto il risultato. Ed è arrivato, in giorni da montagne russe come non mai. Dai brindisi per 125 anni della società, ma con “cin cin“ poco convinti e con ancor meno bollicine, alla rabbia dei tifosi contro squadra e club. Passando per numeri nemmeno degni dell’Europa minore (tutt’ora), il rialzo delle percentuali di un ritorno di Allegri, e quasi una squadra in infermeria. Fonseca è uscito, ancora una volta, dalla centrifuga. In coda a una serata lunghissima, sia per il Milan che per il Verona. In campo e fuori. Mentre infatti l’Hellas passa di mano, da Maurizio Setti al fondo texano Presidio Investors (manca solo l’annuncio, nuovo ad l’ex Roma Italo Zanzi), i rossoneri comunicano un nuovo accordo tra RedBird e Elliott. Il gruppo di Gerry Cardinale avrebbe dovuto rifondere completamente il prestito ad agosto 2025 versando circa 700 milioni di euro. Ha invece versato 170 milioni, riducendo la quota a 489 milioni e spostando la scadenza del prestito a luglio 2028. Capitolo fuori campo chiuso. Dentro, Fonseca tira dritto fin da subito: altra panchina, inizialmente, per Theo Hernandez ("deve ritrovare la miglior condizione"). E a centrocampo c’è Terracciano. "Giocatore duttile, può fare anche la mezz’ala", disse Moncada annunciandolo. Quasi un anno dopo, dalla sua Verona al suo Bentegodi, eccolo proprio lì. Trattasi dell’ultima alzata d’ingegno del portoghese ("si è allenato tante volte in quella posizione"). Forzata, anche, visto che i nove assenti sono quasi tutti dalla cintola in su: Morata, Jovic, Pulisic, Okafor, Musah, Loftus-Cheek, Bennacer, Florenzi (e pure il baby portiere Torriani, influenzato).

Diventano dieci alla mezz’ora: risentimento al flessore sinistro per Leao. Dentro Theo, Jimenez esterno alto. I cerotti si fanno sentire in avanti. Ma contro quella che è praticamente la peggior difesa d’Europa e che incassa due gol e mezzo a partita (solo il Wolverhampton peggio dei gialloblu), un possesso palla del 76% prima del té porta solo a 8 tiri, nella sostanza tutti fiacchi. Poco, troppo poco. E i tifosi continuano la contestazione (ri)partita domenica scorsa. Stessa linea: da "questa società non ci merita" a "tirate fuori i c......i". Senza risparmiare nessuno. Tant’è. L’unico sussulto, da fuori, nella stoccata di Terracciano toccata in corner da Montipò. Brividi più profondi in precedenza, quando una scriteriata giocata di Chukwueze accende la folata di Suslov. Ma la ripresa si apre col botto, ossia con un’imbucata al bacio di Fofana (tutt’altro che la prima volta) chiusa dal lampo di un Reijnders sempre in campo e sempre più decisivo (ottavo gol stagionale). Per il momento, può bastare così.

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