Milan, scatta l’operazione rilancio. Fonseca vuole il miglior Abraham

Quattro partite in undici giorni possono far svoltare i rossoneri: l’inglese deve far dimenticare Firenze

di GIULIO MOLA -
18 ottobre 2024
Milan, scatta l’operazione rilancio. Fonseca vuole il miglior Abraham

Tammy Abraham, attaccante del Milan, è stato prelevato dalla Roma in estate

Undici giorni per disegnare il futuro e capire cosa si vuol (e si può) far da grandi. Dopo la sosta pieno di silenzi e di interrogativi occorre ripartire di slancio. Per dimenticare il tonfo di Firenze, per riportare ordine e fiducia nello spogliatoio, per restituire serenità all’allenatore tornato nuovamente in discussione. Si comincia domani sera con l’Udinese a San Siro, si replica martedì pomeriggio sempre in casa col Bruges in Champions League (rossoneri ancora a quota zero), poi la trasferta di Bologna e infine il turno infrasettimanale ancora a San Siro, contro il Napoli capolista. Quattro partite una più importante delle altre per capire lo stato di salute del gruppo di Fonseca che non può permettersi ulteriori passi falsi. Quattro tappe con pendenza progressivamente in aumento ma che possono far svoltare, motivo per cui servirà l’aiuto di tutti i componenti della rosa. Per questo non è da escludere che possa essere richiamato chi (come Pavlovic) è stato improvvisamente accantonato.

Non è chiaro se il tecnico si sia confrontato durante la pausa con Zlatan Ibrahimovic, apparso in un paio di foto su Instagram scattate per un paio di ferite rimediate in testa. Di sicuro la presenza a Milanello del totem svedese ora è fondamentale, perché il bivio della stagione è lì, a pochi passi. Deve parlare con Fonseca e tranquillizzarlo (discutendo magari dal modulo con cui ripartire), deve confrontarsi con i calciatori più in difficoltà, deve affrontare anche la questione dei rinnovi contrattuali (da Theo a Maignan, da Calabria a Gabbia anche se per quest’ultimo sembra tutto ben avviato grazie alle parole equilibrate del suo agente Tinti).

Soprattutto vanno recuperati in fretta quei calciatori (molti dei quali “senatori“ dello spogliatoio) che per un motivo o per l’altro non stanno rendendo come ci si aspetta. Di Pavlovic si è accennato: contro l’Udinese potrebbe avere un’altra chance, ma in cerca di riscatto va anche il compagno di reparto Tomori, uno dei protagonisti della notte da incubi del Franchi. Con Calabria infortunato e Theo squalificato, curioso sapere come verrà impostata la difesa, con Bartesaghi e Terracciano che scalpitano per una maglia.

Discorso a parte merita l’attacco. Nulla da dire su Pulisic, il suo primo scorcio di stagione è stato più che confortante. Poi ci sono gli altri: da una parte c’è Leao desideroso di “coccole“, come gli accade quando è a disposizione del Portogallo ("In Nazionale il tecnico è con me"), dall’altra c’è Morata (protagonista nel bene e nel male con la Spagna) alla ricerca della continuità. E poi Abraham, che rischia il posto dopo il rigore “scippato“ a Pulisic a Firenze e che ha finito per macchiare un positivo avvio della sua avventura col Milan. Un comportamento, quello dell’inglese, che ha spiazzato tutti tanto più che Tammy quel tiro dal dischetto lo ha pure sbagliato. Dando comunque l’impressione, a chi assisteva da fuori, di eccessiva anarchia (o peggio, insubordinazione) e di conseguente mancanza di autorità da parte dell’allenatore. Un po’ come accaduto a Roma con l’ammutinamento di Theo e Leao durante il cooling break. C’è da capire se Fonseca avrà perdonato Abraham (come fece con il francese e il portoghese) oppure se non si acconterà delle spiegazioni avute e lo manderà in panchina. Di sicuro Tammy con Morata è una coppia che funziona. Dall’inizio del campionato Abraham ha instaurato un bel feeling coi tifosi: segna poco, vero (un gol e su rigore in 433 minuti) ma l’impegno c’è sempre stato. Tutti si augurano che Firenze sia una parentesi alle spalle. Il Milan ha bisogno del vero Abraham.

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