Quattro squilli del Diavolo. Theo e Leao inventano. Poker Milan in mezz’ora

Dopo il francese vanno a segno anche Fofana, poi su rigore Pulisic e Abraham. Venezia travolto, i tifosi dalla contestazione alle ovazioni per la squadra di Fonseca.

di LUCA MIGNANI -
15 settembre 2024
Theo e Leao inventano. Poker Milan in mezz’ora

L’abbraccio della squadra a Rafa Leao: la vittoria è un toccasana per Fonseca e i suoi ragazzi

Una serata così, il popolo rossonero, la aspettava da tempo. Tanto, troppo, tanto che i tifosi si erano radunati all’ingresso del pullman della squadra, prima della partita, per far capire che gli alibi erano finiti: "Basta scuse, ultima chiamata". Chiamata tutt’altro che senza risposta. Appena qualche ora dopo, scenario totalmente cambiato: applausi, canti a squarciagola. Perché il nuovo Milan fa effetto. Eccome.

Quattro gol in una mezz’oretta il biglietto da visita. Sottotitolo: lasciamoci alle spalle i due punti in tre partite e pedaliamo. In maniera leggermente riveduta e corretta: c’è Reijnders sulla tre quarti, proprio come con la nazionale olandese, mentre Loftus-Cheek parte basso, di fianco a Fofana. Funziona. Ma funziona tutto. Funziona (immediatamente) il ritorno dal primo minuto dei protagonisti del cooling break all’Olimpico, Leao e Theo Hernandez. Il portoghese riceve dal terzino e sfodera una giocata di prestigio, il francese raccoglie, allunga, sfonda esternamente, beffa tra le gambe l’impacciato Joronen. È benzina sul fuoco, sono briciole per chi ha notevoli arretrati a livello di appetito. Così, digerite un paio di conclusioni da fuori targate Venezia, soprattutto il centrocampo riprende a cambiare passo. E lo fa grazie alle mosse di Fonseca: Loftus-Cheek sgasa, Reijnders lo fa più avanti e la palla dolce nel cuore dell’area per Pulisic è spazzata via in corner dalla difesa. Poco male, perché proprio dalla bandierina Pulisic pennella e, dal marasma, sbuca Fofana che raddoppia. Il centrocampista ha tutta l’aria di essere la diga che il Diavolo cercava da tempo. Ma non solo: pochi tocchi, tanta corsa, presenza costante.

E anche gol, con la complicità di Gabbia che aveva vinto il ballottaggio con Tomori (tenuto in caldo per il Liverpool). Segnali che si ripetono e che sorridono alle scelte di Fonseca. Anche il rigore nasce da un tiro dell’avanzato Reijnders, il resto lo fa la presa impacciata di Joronen che poi stende Abraham, preferito a Jovic. Pulisic, dal dischetto, fa tris. E Abraham, sempre dagli undici metri, fa poker: tante grazie alla sterzata di Leao che aveva portato Schingtienne a rifilargli un pestone. Sorrisi in campo, boati sugli spalti. Il resto è una passerella senza troppi sussulti, perché la reazione della squadra di Di Francesco di fatto non c’è. Si rivede Morata, in rodaggio dopo settimane ai box: minuti nelle gambe in vista di Liverpool e Inter. Si vede Zeroli, uno dei giovani che il Milan vuole fare crescere. Sembra la serata perfetta. Lo sarà in caso sia la prima di una serie.

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