Milan, Sportiello: “Arrivare qui è un sogno, l'ultimo step della mia carriera”
Il portiere classe 1992 è stato presentato alla stampa: sarà il vice di Maignan
Milano, 12 luglio 2023 – Tra i volti nuovi del Milan che lunedì si è radunato a Milanello per l’inizio della stagione 2023-2024 c’è anche Marco Sportiello: il portiere classe 1992 è approdato in rossonero a parametro zero dopo la scadenza del contratto che lo legava all’Atalanta ed è andato a coprire lo slot di secondo portiere rimasto vacante dopo la partenza di Ciprian Tatarusanu. Oggi, per lui è arrivato il giorno della presentazione alla stampa: “Come ho detto nei giorni scorsi – ha spiegato Sportiello in conferenza –, arrivare al Milan rappresenta l’ultimo step della mia carriera. Essere qui è un sogno e non lo dico per usare una delle classiche frasi fatte dei nuovi arrivati. Devo ancora un po’ realizzare il tutto, anche se da tempo sapevo che ci sarebbe stato per me questo cambio. Credo di essere maturato molto negli ultimi due o tre anni e penso che questa tappa sia arrivata nel momento giusto”. L’approdo a Milanello arriva dopo una carriera fatta di gavetta e duro lavoro quotidiano: “Credo di non eccellere sul piano delle qualità, ma ho altri lavori. Ho fatto la gavetta partendo dalla Serie D e giocando in tutte le categorie tranne la B. Nessuno mi ha mai regalato nulla. Mi sono sempre dovuto conquistare tutto. Per me era già un sogno arrivare in Serie A e averci giocato per 10 anni è un motivo di grande orgoglio”. Quando si è palesato l’interesse del club milanista, per Sportiello la scelta è stata per certi versi veloce e semplice, tanto da non voler più prendere in considerazione altre proposte: “Da tempo avevo un accordo con il Milan e quindi non ho voluto prendere in considerazioni altre offerte. Sentire pronunciare la parola Milan è stato qualcosa di troppo importante e da quel momento non c’è più stato altro”. In rossonero Sportiello ritrova mister Stefano Pioli, con cui ha condiviso l’esperienza alla Fiorentina, quando in viola giocava anche il compianto Davide Astori: “Assieme al mister abbiamo vissuto la bruttissima esperienza della perdita di Davide, che qui ha giocato tutte le giovanili. Mi porto sempre dentro Davide, perché mi ha insegnato tanto. Sapeva come dirti le cose e dirtele nel modo giusto. Tra me e il mister c’è un legame particolare anche per l’esperienza che abbiamo vissuto e sono contento di tornare a lavorare con lui. Con Pioli ci siamo sempre sentiti in questi anni. Ho il vantaggio di conoscere loui e alcuni membri del suo staff ma non mi ha ancora chiesto cose particolari anche dal punto di vista dello spogliatoio. Ci sarà tempo per parlare, lui poi è una persona che ti spiega bene le cose e si confronta molto”.
La convivenza con Maignan e l’Atalanta
Come detto, l’ormai ex Atalanta farà parte dei vice di Mike Maignan, un portiere da cui poter imparare nonostante l’età matura: “Quando abbiamo giocato contro il Milan un paio di anni fa, dissi al mister che secondo me era fortissimo. Non era facile rimpiazzare un portiere importante come Donnarumma. È sotto gli occhi di tutti. Mi sono sempre adattato a tutte le situazioni e trovato bene. Anzi, pur avendo 31 anni e non essendo più giovanissimo, posso imparare tanto da lui ed è ciò che voglio fare. Rispetto a lui sono più vecchia scuola. Lui è più moderno. Vorrei cercare di rubargli qualche trucchetto, ma quando e se verrò chiamato in causa dovrò cercare di fare ciò che so fare meglio io. Non devo commettere l’errore di cercare di imitarlo”. Qualcosa anche lui può dare ai nuovi compagni di reparto: “Per quanto riguarda Mirante, è lui che deve dare consigli a me e io lo ascolterò. Come ho detto, Maignan mi sembra molto inquadrato e non credo abbia particolari necessità di consigli. Ha già vinto campionati ed è molto maturo. Io posso solo allenarmi forte e dare affidabilità Si può sempre essere di aiuto dando ritmo agli allenamenti e stimolando i compagni”. In una stagione lunga e ricca di impegni su più fronti, l’importante è sapersi fare trovare pronti, aspetto di cui il classe 1992 è ben conscio: “Giocando il Milan tre competizioni c’è bisogno del contributo di tutti e non solo in campo. Nel quotidiano anche coloro i quali giocano di meno devono spingere il gruppo. Di questo me ne sono accorto negli ultimi anni. Devo cercare di farmi sempre trovare pronto. Non è facile, perché magari non si gioca per mesi e, quando ti buttano dentro, devi fare bene dal momento che potresti non avere altre occasioni. Bisogna stare sempre sul pezzo. Al gruppo dovrò dare affidabilità e tranquillità”. La scelta di sposare il progetto milanista era già stata fatta da mesi: “Ho giocato titolare nell’Atalanta nelle ultime dieci partite. Non avevo fatto il titolare negli ultimi due anni. La scelta di venire qui l’avevo già fatta prima. Gasperini ha deciso di darmi fiducia nel finale di campionato, ma ormai avevo già deciso e poi non potevo dire di no a un club come il Milan. All’Atalanta ho dato tutto e son contento di aver dato tutto, dalle giovanili alla prima squadra. Credo sia stata la scelta giusta per tutti, perché anche loro hanno grandissimi portieri”. La chiosa è dedicata a un idolo: “Mi piace tanto Ter Stegen, perché è molto forte. Anche Handanovic nei suoi anni migliori è stato fortissimo, probabilmente uno dei miei modelli. Ci sono però tanti portieri forti in giro. Basti pensare a Curtois, Oblak o altri”.
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