(S)punti di vista. Il derby infinito premia Inzaghi. Già +3 sui rivali

Mola Aspettando il primo derby stagionale in calendario fra meno di un mese, Inter e Milan sono partite con marce...

di GIULIO
26 agosto 2024
Simone Inzaghi (Italy Photo Press)

Simone Inzaghi (Italy Photo Press)

Mola

Aspettando il primo derby stagionale in calendario fra meno di un mese, Inter e Milan sono partite con marce differenti in campionato. Dopo appena centottanta minuti di gioco i nerazzurri hanno già accumulato un vantaggio di tre lunghezze sui rivali (un punto in due gare), evidentemente in affanno e alla ricerca di una nuova identità dopo l’ennesima estate di cambiamenti. La rivoluzione questa volta è partita dalla panchina ed è quasi normale che il primo a finire sul banco degli imputati dopo il complicato avvio sia proprio il tecnico Fonseca. Arrivato in un clima a metà fra scetticismo e curiosità, l’ex allenatore della Roma non le ha mandate a dire dopo il ko del Tardini: "Non si può difendere in questa maniera". Le responsabilità ce le hanno anche i giocatori, vero, perché se prendi 4 gol contro il Toro e gli emiliani qualcosa non va. E anche l’allenatore non è esente da colpe: per esempio, perché dopo un’estate in cui ha provato situazioni nuove, gioca sostanzialmente con lo stesso modulo di Pioli? E ancora: perché la squadra è sempre così sbilanciata? Perché puntare su Okafor? Fonseca ha il dovere di intervenire subito e cambiare parecchio. E la società deve dargli una scadenza prima che la stagione possa essere compromessa. Mentre il fantasma di Allegri già si aggira su Milanello.

Capitolo a parte merita Leao: la pessima prestazione di Parma, con annesse polemiche per un suo discutibile gesto verso la tifoseria, fa tornare d’attualità le problematiche legate alla gestione del calciatore. Il quale a 25 anni non riesce a scrollarsi di dosso un’etichetta antipatica, ovvero quello di un eterno incompiuto. Le risposte, quelle giuste, dovrà darle solo sul campo.

Sull’altra sponda del Naviglio sorridono i nerazzurri. Sia chiaro: quella vista sabato sera col Lecce non è stata un’Inter brillante, ma sufficiente e concreta per bettere il Lecce. Qualcuno sembra ancora appannato (Dimarco e Mkhitaryan) ma Thuram pare sempre determinante. E Darmian addirittura commovente. La squadra può e deve crescere, per battere l’EuroAtalanta venerdì sera servirà la partita (quasi) perfetta.

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