Storia di un rinvio annunciato. Bologna-Milan, rebus sul recupero
Rossoblù soddisfatti, il Diavolo no e perde Theo e Reijnders contro Conte. Ipotesi febbraio per la sfida
"Una decisione incomprensibile". Paolo Scaroni dixit, esplicitando la linea societaria del Milan di fronte al rinvio. Il club di via Aldo Rossi aveva fatto ben presente in Lega la volontà di disputare la partita: "A porte chiuse – le parole del presidente rossonero all’ingresso dell’assemblea – o da un’altra parte. L’ipotesi che non si giochi francamente...". All’uscita, invece: "Il sindaco di Bologna ha vietato la partita a porte chiuse. Non ho capito perché. Ma di fronte all’ordinanza abbassiamo la testa, ovviamente". Un boccone amaro insomma. E per più di una ragione. Perché lo slittamento peserà su un calendario già zeppo di impegni, considerando che i rossoneri giocheranno anche la Super Coppa Italiana a Riyad (semifinale il 3 gennaio contro la Juventus, eventuale finale il 6), con relativo spostamento della sfida col Como in campionato, e sperano di proseguire il cammino in Champions come in Coppa Italia. Ma soprattutto, peserà su Milan-Napoli di martedì prossimo: Theo Hernandez e Reijnders non potranno scendere in campo. Il francese aveva un’altra giornata da scontare dopo il rosso rimediato al Franchi, l’olandese era stato espulso contro l’Udinese: avrebbero dovuto pagare pegno al Dall’Ara, lo faranno a San Siro contro l’attuale capolista. Doppia tegola mal digerita dai tifosi che hanno riempito i social di polemiche, mentre il senior advisor di RedBird Ibrahimovic l’ha presa a modo suo: postando una foto che lo ritrae in giacca di pelle nera, con la scritta “Fonzie”. Enigmatico Zlatan, come più volte in passato. Intanto i rossoneri si sono allenati, ieri. Oggi riposeranno e torneranno in campo domani. Calabria ha ripreso a lavorare in gruppo (alle spalle la lesione di basso grado al soleo del polpaccio), non Abraham (trauma alla spalla destra), nè Jovic (sovraccarico alla zona pubica). Il caso Leao, infine: in questi giorni l’ad Giorgio Furlani ha rassicurato l’entourage del giocatore sulla sua immutata importanza all’interno della squadra, mentre Ibrahimovic ha fatto lo stesso con il 25enne durante un colloquio informale. Anche l’occasione per la rinascita del portoghese (oggi era candidato alla panchina) slitta.
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