Supercoppa Inter-Milan, Conceiçao: “Nelle difficoltà nascono le cose belle. Leao? Vediamo”

Derby d'Arabia in finale, il tecnico: “Non cerco scuse, ma abbiamo diversi infortunati e un giorno in meno di riposo. Però siamo uomini, con grande ambizione”. E Reijnders: “Giocherò come se fosse la mia ultima partita"

di LUCA MIGNANI
5 gennaio 2025
Il tecnico del Milan, Sergio Conceiçao

Il tecnico del Milan, Sergio Conceiçao

Milano, 5 gennaio 2025 - “Spero che la squadra stia meglio di me che non sto tanto bene”. Inizia così la conferenza di Conceiçao verso la finale di domani, alle ore 20, di Supercoppa tra Inter e Milan. Il tecnico ha ancora la febbre. Ma tira dritto: “L'Inter è forte, abituata in questi ultimi anni a vincere, con lo stesso allenatore e gli stessi giocatori insieme da tanto tempo. Per noi è tutto difficile, ma nelle difficoltà dobbiamo essere uomini”. Diversi giocatori non al meglio: Musah, Loftus-Cheek, Pulisic ad esempio, mentre Chukwueze e Okafor sono rimasti in Italia. Soprattutto, il dubbio Leao: “Vediamo oggi. Sicuramente non ha i 90 minuti. Valutiamo se portarlo almeno in panchina dopo l'allenamento. Non possiamo dimenticare che abbiamo un giorno in meno di riposo e quattro o cinque giocatori infortunati. Non è una scusa, non ne cerco mai. Ma è la realtà”. Conceiçao ritrova l'Inter, dove ha giocato due anni: “Ho tutto il rispetto per i club in cui sono stato. Ho giocato con la Juve dove c'è mio figlio, ma non c'è mai sentimento. Quello lo riservo per i miei giocatori, per prepararli a battere una squadra come l'Inter. La base deve essere l'ambizione, la fame di vincere un titolo. Mezzo passo l'abbiamo fatto, ora manca l'altro mezzo. Siamo in difficoltà, ma nelle difficoltà a volte nascono delle belle cose”. Ritrova anche Inzaghi, compagno ai tempi della Lazio e a cui non aveva stretto la mano al termine dell'ultima sfida da allenatori: “Questa volta ce la stringeremo. Sono cose che succedono durante la partita e finiscono lì. C'è rispetto, siamo uomini di calcio e ci vogliamo bene”. Entrambi hanno avuto un maestro come Eriksson. “Ci ha segnati tutti. Non l'ho mai visto arrabbiato, solo diventava rosso. Lo porto nel cuore come tutti quelli che lo hanno avuto. Sono stato allenato da Sacchi, Malesani, è stata una scuola fantastica”. Sui suoi primi passi al Milan, il primo la semifinale vinta con la Juventus: “Nulla arriva per caso, poi ci vuole un po' di fortuna che arriva solo se lavori tanto e sei serio. Puoi avere tutta la fede del mondo e pregare di vincere la lotteria, ma poi se non vai a giocare il biglietto non potrai mai vincere”. In conferenza anche Tijjani Reijnders: “Contro la Juventus non siamo stati abbastanza aggressivi nel primo tempo. Nella ripresa abbiamo dimostrato che possiamo esserlo molto di più. Abbiamo creato molto e dobbiamo ripetere quel tipo di secondo tempo domani. Per me sarebbe il primo trofeo, giocherò come se fosse l'ultima partita della mia vita. È una grande occasione per noi: possiamo cambiare la nostra stagione”. L'olandese ha ritrovato Pioli, passato a salutare i suoi ex giocatori: “Bello ritrovarlo, mi ha detto che con lui non segnavo. Abbiamo scherzato, c'è sempre stato un bel rapporto. Semplicemente, con lui giocavo più arretrato e avevo meno opportunità di segnare. Ora ne ho di più”. Sul carattere della squadra, infine: “Abbiamo sempre avuto un buono spirito. Dobbiamo prendere più sicurezza. La vittoria con la Juventus può aiutare, perché ci siamo comportati come in famiglia, aiutandoci l'uno con l'altro”.

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