Mondiali 2030, la formula della coppa ‘diffusa’ tra malumori e cambio di fuso orario

Tutto è iniziato da Giappone-Corea nel 2002, e il fenomeno è in crescita. Deluso il Cile per essere rimasto escluso. Infantino (Fifa): “Gara inaugurale a Montevideo”

5 ottobre 2023
L'argentino Messi è stato l'ultimo ad alzare la Coppa del mondo nel 2022 (Ansa)

L'argentino Messi è stato l'ultimo ad alzare la Coppa del mondo nel 2022 (Ansa)

Roma, 5 ottobre 2023 – Anno 2002, Giappone-Corea, l’apripista dei Mondiali diffusi. Già più di vent’anni fa si intravedeva la crescente difficoltà di concentrare in una sede unica il torneo per l’ambita coppa. Oggi più che mai, la corsa al titolo delle 48 nazionali va incontro a un sempre crescente gigantismo delle fasi finali, in cui interverranno cambiamenti di clima, fusi orari e – forse – anche problemi organizzativi.

Due tappe dietro l’angolo da qui ai prossimi anni. Il 2030, annunciato ieri (manca solo l’ufficialità) in Spagna, Portogallo e Marocco, con gare inaugurali in Sudamerica. E Argentina, Uruguay e Paraguay, che ospiteranno tre dei 104 match, beneficeranno della qualificazione diretta concessa ai principali paesi ospitanti, Marocco, Spagna e Portogallo.

Ancora più vicini ci sono i mondiali 2026 divisi fra Canada, Stati Uniti e Messico.

Qualcuno parla di perdita d’identità del mondiale stesso, ma la realtà dei fatti è che solo Paesi con basi economiche ultrasolide possono accollarsi l’onere di organizzare il torneo in solitaria.

C’è da dire che nel 2030 la Coppa spegnerà le 100 candeline, per questo, come ha spiegato il presidente Gianni Infantino, il Consiglio della Fifa ha deciso “all'unanimità” che nell'edizione assegnata a Portogallo, Spagna e Marocco - tre Paesi sudamericani - Uruguay, Argentina e Paraguay - ospitino ciascuno una partita. La prima? “Nello stadio in cui tutto è iniziato, il mitico Estadio Centenario di Montevideo”.

I malumori del Cile

C’è chi però dall’assegnazione ne è uscito indispettito. E’ il caso del Cile, che aveva lavorato assieme agli altri tre Paesi sudamericani per una candidatura congiunta, ne è uscito escluso. "Al governo non può essere rimproverata alcuna negligenza, è una decisione della Fifa - ha commentato il presidente Gabriel Boric - Ne ho parlato con i presidenti di Argentina e Paraguay e loro stessi hanno saputo della decisione della Fifa nel momento in cui è stata resa pubblica. Mi rammarico che ci siano istituzioni che operano in modo poco serio e sorprendente e, naturalmente, faremo valere tutti i diritti che corrispondono al Cile, perché non si gioca con il nome del Cile". 

Mondiali 2034, il ritorno in Asia?

L'edizione del 2034, si sposterà a est, in Asia e Oceania secondo le alte sfere della federazione internazionale. Questo per garantire un'adeguata rotazione tra i continenti. In un mondo diviso, “la Fifa e il calcio si uniscono – ha aggiunto Infantino - dando così un altro esempio di come il dialogo e la comprensione reciproca possano sfociare in accordi in cui in realtà vincono tutti, in particolare i tifosi, i giocatori e tutte le regioni del mondo”.

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