Il Monza si illude al Franchi. Gosens fa 2-2 nel recupero
Ottima prova degli ospiti fino all’intervallo con due gol e un palo di Maldini. Il tedesco segna all’esordio e rimanda la prima vittoria di Nesta in campionato.
di Michael Cuomo
MONZA
Sarebbe stato il regalo del compleanno numero 112 del club. Sarebbe stata la consacrazione della domenica delle imprese, che nasce sulla Parabolica e arriva fino al Franchi di Firenze. Il rosso esulta, il biancorosso invece a metà, perché vincere sarebbe stato bello e importante, e per come si era messa non impossibile. Invece il punto conquistato è solo 1, che sa di beffa per come è maturato nella sfida contro il grande ex in panchina. Nel primo tempo la panchina del Monza sembra il muretto Ferrari, Alessandro Nesta il miglior Vasseur che sceglie strategia e gomme. L’undici dell’inizio è quello che dà più garanzie: la prima di Turati tra i pali, il ritorno di Carboni in difesa, Pedro Pereira al posto di Birindelli, Caprari e Maldini dietro al rientro di Djuric. Quanto sia mancato l’attaccante è facile immaginarlo, in meno di 20’ c’è anche la prova: azione manovrata, Pedro Pereira aspetta il taglio del centravanti e lo serve con un cross basso che l’ex Verona gira in rete anticipando Ranieri. La Fiorentina non c’è, Palladino chiede fiducia ai suoi ma il suo sguardo si spegne alla mezz’ora: Maldini da fuori la fa rimbalzare dove serve per impedire l’intervento a Terracciano, il raddoppio è servito. Il figlio di Paolo è protagonista ancora più tardi: triangolo con Djuric per il destro che il portiere viola riesce a deviare sul palo. Sarebbe stato tris. Dall’altra parte, sul pianeta viola, serve aspettare un’azione da corner per dare segni di vita e provare a far sentire la voce di casa: è la prima volta che Kean sfugge alla marcatura di Pablo Marì e così arriva il gol che accorcia le distanze.
Che il pit stop del primo tempo porti in campo una Fiorentina diversa nella ripresa non è carattere di cui stupirsi: il Monza difende con ordine, Turati abbassa la saracinesca - straordinario il doppio intervento su Ikonè prima e Kean poi - e il direttore di gara Colombo, anche lui, dice la sua con una direzione spezzettata e una ricca collezione di cartellini. Così i minuti di recupero saranno 10, quanti bastano per abbattere il muro brianzolo che nel frattempo aveva perso uno dei suoi mattoni portanti, quel Milan Djuric così incisivo davanti ma non meno determinante per la fase difensiva: quando dietro sono in difficoltà davanti c’è lui, sulle palle alte torna e sono tutte sue. Su una di queste Petagna manca la sfera sul primo palo, la copertura di Gagliardini arriva in ritardo e Gosens, gol all’esordio, salva Palladino sull’orlo dei fischi. Quelli di Colombo, invece, lasciano che l’amaro in bocca faccia da cattivo retrogusto all’orgoglio di Nesta: sul taccuino del tecnico, però, non c’è matita rossa che possa cancellare i segnali positivi annotati.
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