Le ambizioni del club. Il Monza deve alzare l’asticella
Il Monza, guidato dall'ambizione ereditata da Berlusconi, mira a raggiungere i 100 punti in Serie A. Nonostante ostacoli e rimpianti, la squadra mantiene alta la fiducia nelle proprie capacità. Il prossimo obiettivo è superare le squadre di pari livello e consolidare il proprio percorso in campionato.
Il codice del calcio non prevede limiti, soprattutto se sei il Monza e l’ambizione è dettata e lasciata in eredità da Silvio Berlusconi. L’ambizione è sempre quella di provare a ottenere risultati sempre più prestigiosi, e così a Monza, che in Formula Uno è il Tempio della velocità, il prossimo traguardo è quello dei 100 punti nelle prime due stagioni in Serie A. Raffaele Palladino (nella foto) può anche distrarsi un attimo e dare uno sguardo al tachimetro della sua squadra: per andare a cento all’ora manca un’accelerata da 3 punti e ritrovare il rettilineo dopo 6 curve dove è mancata la vittoria, dove i punti conquistati sono solo 3, ma dove il controllo non è mai mancato. Anche sui cordoli, vedi Lecce o Lazio con la sterzata nel finale per rimettersi in scia alle avversarie in classifica. Dal Torino all’ultimo pareggio contro Tudor, tra episodi e rimpianti, l’asticella dell’umore e della convinzione delle proprie qualità non si è abbassata di un centimetro. Neanche quella della classifica: la parte sinistra è ancora raggiungibile, vincere a Firenze vorrebbe dire avvicinare la Viola che nelle ultime due stagioni ha consolidato anche un carattere europeo e provare a superare il Torino, che aveva iniziato la stagione con ambizioni da oltre confine che paiono ormai destinate a non avverarsi.
Il destino nelle mani del Monza è invece quello di lasciarsi alle spalle tutte le squadre di pari livello. Dal Monza in giù, i brianzoli sono caduti soltanto a Empoli, nell’unico vero pomeriggio di black out della stagione. Dato, questo, da confermare nell’ultimo ballo in casa contro il Frosinone, per cui il club ha chiamato a raccolta la propria gente proponendo tariffe e scontistica piuttosto favorevoli. Prima c’è la Fiorentina a Firenze, che all’andata ha rappresentato un boccone amaro per come è maturata la sconfitta: errore nella ormai celebre "costruzione dal basso" e Beltran che ringrazia in avvio facendo poi valere il vantaggio fino ai tre fischi. Lo stesso prezzo pagato domenica nei punti persi contro una Lazio battuta almeno nel gioco, nelle occasioni e nelle statistiche: una spesa dolorosa ma calcolata, perché figlia di idee a cui credono allenatore e giocatori e su cui si basa il lavoro di un’intera settimana. Credere nel lavoro e nei propri mezzi, anche quando il risultato non premia: la basi migliori su cui ripartire per tagliare un altro traguardo intermedio del cammino romantico, non più sorprendente, del Monza in Serie A.
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