Monza, il ritorno di Caprari. "Il peggio è alle spalle. Io un nuovo acquisto. E possiamo migliorare»
L’attaccante è tornato nel finale della scorsa annata dopo un lungo stop "Il campionato sarà difficile, ma lo zoccolo duro italiano farà la differenza. Nesta e Palladino? Idee diverse, l’allenatore ci ha già insegnato tanto".
7 maggio 2011, Roma, Stadio Olimpico. Alessandro Nesta, maglia bianca del Milan, quella delle grandi notti, difende con Thiago Silva lo 0-0 che vale lo scudetto rossonero numero 18. Al minuto 83, maglia giallorossa numero 47, un ragazzino di nome Gianluca Caprari faceva il suo esordio in Serie A con la Roma, la squadra della sua città con cui è cresciuto nel settore giovanile. Adesso Nesta e Caprari, 31 anni martedì, la stessa data di nascita di Adriano Galliani, sono allenatore e numero 10 del Monza, che incontriamo in una mezza giornata senza impegni a Ponte di Legno.
Mattinata libera, ma lei arriva dal campo.
"Sì, sono andato a fare le terapie necessarie, perché vengo da un anno in cui sono stato fuori e ho bisogno di curarmi bene e fare le cose giuste".
Il peggio è passato...
"Mi è mancato troppo il campo, è stata dura: i primi tre mesi ho faticato tanto, facevo dalle 8 alle 18 dentro una clinica per la riabilitazione. Adesso voglio essere il nuovo acquisto".
258 minuti, poi un movimento strano alla quarta giornata e il buio...
"Il modo è stato davvero strano: quando sono uscito dal campo e rientrato negli spogliatoi ero tranquillo, le sensazioni che avevo sul campo non erano quelle di un crociato rotto. Poi gli esami dei giorni e delle settimane dopo hanno confermato il peggio. La società mi ha offerto cure, strutture, il dottor Galliani chiamava spesso per consigliarmi il miglior professionista per l’operazione. Anche grazie a questo ho recuperato al massimo e non ho fastidi".
Torniamo a Roma, quella sera. "Era il mio esordio in Serie A. Mi ricordo quella squadra, quei nomi... Ora essere con Alessandro Nesta, avere uno che ha vissuto quegli spogliatoi e che ha vinto quello che ha vinto lui, può dare un qualcosa in più. Anche solo guardandolo, la sua presenza, è un valore aggiunto. Rispetto all’anno scorso è cambiato qualcosa, lui e Palladino sono allenatori con idee diverse, ma quello che ci ha trasmesso Nesta in ritiro è già tanto: ci basterà seguirlo per ripetere i buoni risultati degli ultimi campionati".
Eppure sembra che nel gruppo non sia cambiato nulla.
"Perché i grandi risultati degli ultimi anni, le due salvezze raggiunte a febbraio, sono sempre stati frutto di un gruppo sempre solido, dove il “noi“ era più importante del singolo. Nesta e il suo staff sono stati perfetti nell’inserimento, credo davvero che potremo fare cose ancora più importanti".
La politica di giovani e italiani ha pagato.
"Assolutamente, perché il nostro campionato è per me il più difficile, o comunque sicuramente tra i più difficili, e avere tanti italiani o calciatori che già conoscevano il calcio italiano ha fatto la differenza, con i più esperti sempre pronti ad aiutare giovani volenterosi".
Lei sta già studiando i nuovi movimenti?
"Il modulo è lo stesso, cambia il concetto e penso che questo, di trequartista leggermente spostato, sia il mio ruolo. Ma parto senza obiettivi personali: voglio solo dare il massimo per il Monza e pensare a quelli che sono i traguardi da raggiungere di squadra".
Salvezza o qualcosa in più?
"Intanto senza arrivare all’ultimo con l’acqua alla gola. Abbiamo abituato troppo bene la gente con le ultime due stagioni, rischiando addirittura di andare in Europa. Il terzo anno sarà il più difficile, ma ce la metteremo tutta per dare comunque altre soddisfazioni".
La numero 10 è ancora una responsabilità?
"Per me sì, anche se è vero che i numeri 10 di una volta non ci sono più. Al di là del ruolo, è un numero che ha accompagnato sempre grandi campioni: oggi forse un po’ meno, ma per me vale comunque tanto".
Chi farà gli auguri per primo, lei o Adriano Galliani?
"Lo scorso anno prima il dottore... Per lui saranno 80, ma è incredibile. A noi trasmette sempre tranquillità, anche quando le cose vanno meno bene. Ricordo le nostre prime partite in Serie A con tutte quelle sconfitte, eravamo abbattuti, lui ci dava serenità. Anche con me, dopo l’infortunio, lui subito: operati, recuperi bene, rientri a fine stagione e sarai pronto l’anno prossimo". Auguri.
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