Monza, la vittoria sfugge ancora: con la Lazio è 2-2

La squadra di Palladino pasticcia ma se la cava nel finale. Djuric in rete due volte

di MICHAEL CUOMO -
4 maggio 2024
Esultanza dopo la rete di Djuric

Esultanza dopo la rete di Djuric

Monza – Come un disco rotto, ma la colpa non è sua. Raffaele Palladino per commentare Lazio-Monza potrebbe tornare alle considerazioni sulle 5 partite precedenti e rileggerle alla lettera: il Monza crea, il Monza conclude, il Monza segna meno di quanto dovrebbe e di contro gli altri passano. La novità dell’aperitivo del sabato di oggi è che, questa volta, il Monza ha creato anche per gli altri che non hanno perso occasione per rendere amaro l’ultimo stuzzichino. Così un pareggio contro una squadra in salute che si gioca l’accesso alla Champions League, che dovrebbe essere visto con gli occhi dell’orgoglio, fa quasi male: Palladino e Tudor si dividono la posta (2-2) in una battaglia vissuta sull’orlo dell’equilibrio, come già dimostra il primo gol di Immobile. Il cronometro segna 11 minuti, Ciro sul filo del fuorigioco ribadisce in rete una parata-traversa del portierone monzese. Questione di centimetri, come sarà anche più tardi.

Le scelte degli allenatori non sorprendono in avvio: chi gioca in casa punta sulla fantasia di Valentin Carboni, chi arriva da fuori si affida all’esperienza del capocannoniere di sempre, mossa azzeccata. Sorprendente, invece, quella di Tudor di richiamare alla mezz’ora Zaccagni ammonito rimpolpando la difesa con Casale: seppur in vantaggio, aveva capito che il rischio era dietro l’angolo. Djuric in diagonale manca la porta di centimetri, Valentin di testa fa lo stesso a botta sicura, Bondo replica con interessi spedendo fuori il pallone del pari sul finale di primo tempo.

Sembra stregata. Dalle parti di Di Gregorio è deserto: Immobile è chiuso da Izzo e Pablo Marì che fanno ormai da scudo al portierone; più aperte le maglie dall’altra parte soprattutto quando Colpani decide di infilarsi in slalom mancando soltanto l’appuntamento con il tiro, a portiere saltato. Il rischio, però, si concretizza nell’ultimo quarto d’ora: Mandas si esalta sulla testa di Pessina in tuffo, Djuric segna in tap-in con il peso di aspettare l’ok da Lissone: bandierina su, ma indice di Pairetto a centrocampo, il gol è buono.

Con il pari l’inerzia è sempre più in favore dei brianzoli, che scivolano al dunque: nel fraseggio difensivo in cerca di spazi in avanti, il malinteso è nel triangolo Donati-Akpa Akpro-Di Gregorio. Tra loro la spunta Vecino che ringrazia e trasforma il nuovo vantaggio. Finita? Macché. Con pazienza e spirito Palladino reinserisce la marcia, alta fino a dove solo i centimetri - anche qui - di Djuric possono arrivare nel cuore dell’area per spedire in porta la sfera del pari definitivo.

L’ultimo sorso di partita finisce in mischia perché nessuno è soddisfatto appieno, meno la Lazio richiamata dai tifosi sotto il settore ospiti per un confronto prolungato. Dall’altra parte sono applausi e mezzi sorrisi: il Monza non vince da 6 partite ma sono almeno altrettanti i rimpianti che si porta dietro. Fino a Firenze, dove lunedì prossimo ci sarà un altro confronto tra idee di calcio innovative. Con una certezza in più, per Palladino: il deputato a trasformare in gol le occasioni, ora, si è svegliato davvero.

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