Napoli, Di Lorenzo: "Sono rimasto per l'amore di questa maglia, non per Conte"
Il terzino non nasconde l'importanza del nuovo mister: "Con lui non si ripeteranno certe situazioni successe un anno fa nello spogliatoio"
Napoli, 26 luglio 2024 - Dopo Mario Giuffredi tocca al diretto interessato: sulla falsariga del suo tumultuoso procuratore, Giovanni Di Lorenzo indice una conferenza stampa che serve a chiudere definitivamente il caso principale dell'estate del Napoli, mettendoci la faccia da buon capitano di una squadra chiamata a vivere l'anno del riscatto.
Le dichiarazioni di Di Lorenzo
"Sono contento di poter finalmente parlare: finora se non l'ho fatto non è per mancanza di coraggio, ma per vincoli contrattuali che me lo impedivano". È con queste parole che si apre l'incontro davanti a microfoni e taccuini del terzino, il primo momento saliente del ritiro di Castel di Sangro, il secondo dell'estate azzurra che durerà fino al 9 agosto. Di Lorenzo, dopo i 'convenevoli', passa a spiegare più o meno nel dettaglio le motivazioni che lo avevano portato a voler cambiare aria. "Durante la scorsa stagione ci sono stati diversi episodi spiacevoli che mi hanno fatto raffreddare con l'ambiente, ma alla fine dei conti ciò che più conta è la volontà mia di rimanere al Napoli: volontà maturata dopo che, nei mesi scorsi, ho avuto colloqui con il presidente, il direttore sportivo e il mister. Poi mi sono preso del tempo per decidere e la mia scelta è stata restare qui, tra l'altro con il massimo entusiasmo e la piena convinzione".
Nel novero di Di Lorenzo mancavano i suoi compagni di squadra, nella figura di qualche singolo o addirittura della collettività: un tasto sul quale il terzino, pungolato dai giornalisti, torna per rettificare la situazione all'interno dello spogliatoio azzurro. "Non ho mai avuto problemi con nessuno tra tutti coloro che lavorano nel mondo Napoli. Dopo le vacanze mi sono riaggregato da un paio di giorni e da allora abbiamo lavorato sodo, come vuole il mister. Detto ciò, sono stato accolto bene da tutti e sono nel posto giusto, dove volevo essere: questa è la cosa più importante". Al secondo riferimento al mister, cioè Antonio Conte, scatta spontanea la domanda sulla sua importanza nella decisione finale del capitano. "La sua presenza ha indubbiamente svolto un lavoro importante, ma se sono rimasto è perché voglio rimanere al Napoli, non per lui. Poi certo - continua Di Lorenzo - chi conosce il mister e sa il suo modus operandi è consapevole fin da ora che certe dinamiche successe nel nostro spogliatoio l'anno scorso ora non si riproporranno: Conte nella gestione è fortissimo e lo dimostra la sua storia in squadre importanti. Ma sinceramente sono rimasto perché volevo farlo e perché ci tengo a giocare nel Napoli, come sa chi mi conosce".
Dagli aspetti affettivi si passa a quelli pratici, come l'utilizzo in campo del capitano, prima di toccare l'altro tasto delicato dell'accoglienza dei tifosi. "Il mister mi ha detto che posso giocare sia come braccetto sia come quinto e che deciderà lui in base alle partite. Quanto ai nostri sostenitori, mi hanno accolto bene come tutti finora, ma so che una parte della piazza potrebbe avere ancora un po' di risentimento nei miei confronti: ce la metterò tutta per riconquistare gli scettici e per farlo, a livello personale e collettivo, penso sia importante dare la precedenza ai fatti rispetto alle parole. Ci aspetta una stagione complicata, ma abbiamo tutti voglia di ripartire e riscattarci". Di Lorenzo torna sul passato e su certe frasi che, unite a determinate prestazioni sottotono, possono aver causato la citata frattura con parte della tifoseria. "Alcune frasi sono state dettate dal nervosismo per l'andamento di una stagione che non riuscivamo a cambiare. A bocce ferme, come detto, mi sono preso un po' di tempo per pensare dopo aver parlato con la società e prima di dedicarmi alla Nazionale: alla fine la mia voglia di rimanere ha prevalso su quella di andare via e ora eccomi qui a metterci la faccia". Un altro punto cruciale che pare aver spezzato momentaneamente l'armonia tra Di Lorenzo e il Napoli, almeno a sentire le precedenti parole di Giuffredi, riguarda uno dei tanti volti nuovi di quest'estate: il direttore sportivo Giovanni Manna e i colloqui individuali avuti con ogni giocatore. "So che ha parlato con tutti, ma in questi casi dipende da ciò che uno si dice e, nello specifico, da quello che ci siamo detti noi. Anche questo fa parte del passato e io sono qui per mettere un punto e ripartire da zero, con grande voglia: un mood che ho avvertito anche nei miei compagni, che hanno il desiderio di tornare a rendere i tifosi fieri di noi".
Le dichiarazioni di Manna
Insieme al capitano c'è proprio Manna, subito pungolato sull'altro delicato fronte dell'estate azzurra: quello che riguarda Victor Osimhen, apparentemente quasi un separato in casa. "Penso non sia corretto parlarne ora: questa è la conferenza stampa di Di Lorenzo e della sua situazione con noi". Si passa poi a una domanda meno specifica e meno rovente, quella sulla situazione generale del mercato. "Fin da subito abbiamo provato a consegnare al mister una squadra competitiva. Ovviamente, con un mese e oltre di sessione ancora aperta, ci saranno altri movimenti: questo che comincia ora è di fatto un nuovo progetto, ma non faremo follie, bensì solo accorgimenti per aiutare i dettami tecnico-tattici del nostro allenatore".
Sulle tempistiche il direttore sportivo resta vago. "Il mercato è fatto di opportunità che, quando ci sono, bisogna decidere se cogliere o meno. Non abbiamo ansie, anche perché per il nostro obiettivo, cioè il raggiungimento della Champions League, abbiamo una squadra già competitiva, seppur con la consapevolezza che tra il dire e il fare non sarà una missione facile". Infine, una domanda sul reparto offensivo, quello che da qui alla fine della sessione verosimilmente potrebbe cambiare più degli altri sia in entrata sia in uscita. "A parte ciò che succederà, oggi siamo pienamente coperti a livello numerico e tecnico e se oggi sono qui con Di Lorenzo è anche per lanciare un segnale di serenità circa quello che è successo nel recente passato".
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