Napoli, maxi offerta del Psg per Kvaratskhelia e Osimhen. Intanto Di Lorenzo resta

Il club francese mette sul piatto 200 milioni per il pacchetto intero: troppo poco per De Laurentiis, che spera di vendere solo il nigeriano. La lettera del capitano: "Ho pensato di lasciare, ma non sarà così"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
11 luglio 2024
Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen

Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen

Napoli, 11 luglio 2024 - Il caso dell'inizio dell'estate, quello legato alla bufera scoppiata intorno a capitan Giovanni Di Lorenzo, è rientrato definitivamente, con tanto di comunicato ufficiale da parte del Napoli, e il mercato sta ingranando, con i primi annunci ufficiali fatti (quelli relativi agli acquisti di Leonardo Spinazzola e Rafa Marin) e la fumata bianca vicina per le prime trattative (quelle per Mario Hermoso, con l'Inter che pare essersi defilata, e soprattutto Alessandro Buongiorno). Eppure, qualche nube c'è ancora che adombra l'ambiente proprio a ridosso della partenza per il ritiro di Dimaro. La nube in questione si chiama Paris Saint-Germain, che punta al doppio colpo dei gioielli azzurri.  

La maxi offerta

  Dopo qualche settimana di tregua tornano le voci dalla Capitale francese su Victor Osimhen e soprattutto Khvicha Kvaratskhelia. Stavolta, per la verità, dal campo delle indiscrezioni la questione si sta spostando su quello delle proposte d'acquisto, con una maxi offerta da 200 milioni che potrebbe essere recapitata dalle parti di Castel Volturno per entrambi gli azzurri. Da parte di Aurelio De Laurentiis la risposta è sempre la stessa: un no secco per il georgiano, ritenuto incedibile al di là di ciò che accadrà sul fronte rinnovo, e un'apertura per il nigeriano, ma solo a patto di coprire la cifra prevista dalla clausola rescissoria (120-130 milioni) o almeno avvicinarsi a essa. Per il momento, andando a scorporare il pacchetto in esame, emerge invece uno squilibrio nelle valutazioni che, dalla prospettiva del Napoli, finisce col penalizzare quella di Kvaratskhelia, uscito rivitalizzato dall'avventura agli Europei. La prova della definitiva rinascita dovrà arrivare dal rendimento della prossima stagione in azzurro, con diversi alibi che cadranno per il numero 77 (in odore si passaggio al tanto amato 7) e per il resto della truppa. In effetti, con un motivatore come Antonio Conte, parlare ancora di appagamento post scudetto o di caos tattico dovuto ai tanti ribaltoni in panchina non avrebbe senso: Kvara e tutti gli altri, tra eroi del tricolore, comprimari e volti nuovi, saranno chiamati a riportare in alto il Napoli. E per alto si intende almeno la zona Champions League. Per farlo, tornando al georgiano, è al vaglio anche un modulo sulla carta più amico: il 3-4-2-1 che avvicinerà Kvaratskhelia alla porta, come succede (con ottimo profitto sul piano realizzativo) nella Nazionale, togliendogli di fatto tutti gli oneri attinenti alla fase difensiva. Non solo: in cantiere, tanto per restare in tema di offerte monstre, c'è il maxi rinnovo atto a blindare una volta per tutte il georgiano, che oggi guadagna 'appena' 1,5 milioni, una somma diventata della discordia, specialmente se intanto da Parigi continuano a fioccare tentazioni non da poco. Per il momento della firma però nemmeno l'ombra, nonostante il blitz in Germania dei piani altissimi del club partenopeo, ma con ogni probabilità la questione è solo rimandata di qualche giorno, quando magari l'esterno avrà concluso le sue vacanze. Intanto c'è da registrare l'apertura del suo procuratore, Mamuka Jugeli, che ha ribadito la disponibilità a rinnovare, relegando in un secondo piano la mancanza della Champions League per la prossima stagione. Non solo: proprio l'uomo che aveva acceso la miccia solo qualche settimana fa, parlando della volontà del suo assistito di migrare altrove, ha trovato il 'rimedio' all'assenza del club partenopeo dalla competizione continentale più prestigiosa. Come? Semplicemente vincendo un altro scudetto. Insomma, i tempi in cui le sirene del Paris Saint-Germain suonavano come una tentazione troppo forte da resistere sembrano proprio lontani. Ben diversa è la situazione di Osimhen, al momento 'soltanto' incluso dal club francese in un pacchetto che non sembra possibile scorporare. Insomma, il nigeriano interessa soltanto in funzione di Kvaratskhelia e, peggio ancora, solamente al Paris Saint-Germain per quanto riguarda gli squadroni europei. Per il resto, allargando la panoramica a tutto il mercato, su Osimhen attualmente è forte solo l'Al-Ahli, che a sua volta non pare disposto ad andare oltre un'offerta compresa tra 90 e 95 milioni: dunque, una cifra ben lontana dai 120 milioni (o 130 milioni) previsti dalla clausola rescissoria. Lo stesso Osimhen, si sa, preferirebbe rimanere nel cosiddetto calcio che conta nell'estate successiva al maxi esodo verso l'Arabia Saudita che probabilmente non ha pagato i dividendi auspicati. Certo, la pioggia di milioni da quelle latitudini c'è ancora, ma l'appeal a livello sportivo di quei campionati, nonostante l'approdo di molti nomi altisonanti, è rimasto scadente.

La lettera di Di Lorenzo

  Per una querelle ancora aperta ce n'è una che si chiude definitivamente: Di Lorenzo resta e stavolta a dirlo è il diretto interessato tramite un messaggio affidato ai proprio canali social. "Tutti quelli che come noi portano l'azzurro nel cuore sono reduci da dodici mesi difficilissimi. Per me sono stati i più duri della mia carriera. Passare dalla gioia incancellabile dello scudetto alla tristezza di una stagione in cui non ci riusciva niente è stato un trauma difficile da metabolizzare. Avvertivo la vostra delusione sulla mia pelle e non riuscivo con i miei compagni a cambiare l'inerzia della nostra annata": è questo uno dei primi passaggi chiave della lunga lettera del capitano, che conferma le tentazioni, tanto per rimanere in tema. "Lo ammetto, mi ha accarezzato l'idea di andar via. Sentivo la vostra insoddisfazione nei miei confronti e, come ha detto il Presidente, avevo avuto la percezione di essere stato abbandonato dalla società. Dopo il crollo che abbiamo vissuto sul campo, però, era tutto comprensibile: la vostra rabbia, la frustrazione del club, la mia confusione. Con Mario Giuffredi, il mio procuratore, ho un rapporto che va oltre la sfera professionale. Ha percepito il mio disagio e ha fatto il suo lavoro: cercare di agire a mia tutela e nel mio interesse. Ma non c'è persona più felice di lui che io sia rimasto a Napoli". Insomma, adesso il caso è davvero rientrato: pace fatta tra Di Lorenzo e il Napoli e quest'ultimo e Giuffredi.

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