Napoli, caso Di Lorenzo: la telefonata di Calzona per il disgelo. I dettagli
Il contatto telefonico tra l'ex allenatore e il capitano potrebbe contribuire a sanare la frattura tuttora in corso con il club partenopeo, che attende la decisione definitiva del terzino
Napoli, 8 luglio 2024 - Prima la tempesta, poi la schiarita e infine un altro temporale, dalla violenza più o meno ancora da valutare: la costante è che tra il Napoli e Giovanni Di Lorenzo il sereno proprio non vuole saperne di scoppiare e l'annullamento della conferenza stampa dell'agente Mario Giuffredi, inizialmente prevista per martedì, non lascia presagire nulla di buono. Una mano tesa per provare a ricucire lo strappo arriva dall'uomo che non ti aspetti: Francesco Calzona, l'ultimo dei tre allenatori della disgraziata stagione in archivio, appartiene ormai al passato del club partenopeo e forse, sotto determinati punti di vista, non si è mai totalmente calato in un contesto caotico come quello della scorsa annata.
La sostituzione della discordia
L'ormai ex tecnico azzurro, nonché attuale ct della Slovacchia, pare abbia avuto una telefonata con Di Lorenzo per chiarire uno dei tanti episodi che hanno cagionato la rottura tuttora in corso nonostante l'ottimismo trapelato nei giorni scorsi. Il nastro va riavvolto fino all'85' di Napoli-Lecce, ultimo capitolo di un campionato da dimenticare per i campioni d'Italia in carica: a quel punto, con la partita ferma su uno 0-0 che non sarebbe più cambiato e che avrebbe escluso gli azzurri dalle competizioni europee dopo 14 anni, l'allora allenatore sostituisce il capitano con Pasquale Mazzocchi, esponendolo di fatto il primo ai fischi furiosi dell'impianto di Fuorigrotta. Dalla prospettiva di Di Lorenzo questo è stato soltanto uno dei tanti episodi da dimenicare della stagione scorsa: o forse, paradossalmente, da ricordare per giustificare la propria voglia di andare via. Il sogno era rappresentato dalla Juventus, ma il veto categorico di Aurelio De Laurentiis ha spento sul nascere la questione. Se è vero però che Di Lorenzo non si vestirà di bianconero, è altrettanto vero che ad oggi, a pochissimi giorni dalla partenza per il ritiro di Dimaro, certezze sulla sua permanenza in azzurro ancora non ce ne sono nonostante l'apparente ribaltone delle ultime ore, quelle in cui le 'coccole' a mezzo social del Napoli riservate al proprio capitano, che intanto usciva con le ossa rotte dall'avventura dell'Italia a Euro 2024, sembravano aver sistemato la questione una volta per tutte. Ancora una volta i brutti pensieri sono tornati a fare capolino nella mente di Di Lorenzo, sintomo probabilmente di un male profondo e covato nei lunghi mesi di crisi nera del Napoli che avevano condotto al rapido dissolvimento dei crediti guadagnati con uno scudetto atteso per decenni. Eppure, non tutti gli azzurri hanno ricevuto lo stesso trattamento dalla piazza, che verso qualcuno è stata più indulgente, forse troppo, e verso altri è stata più severa, anche in questo caso forse troppo. Nel secondo novero entra di diritto ovviamente Di Lorenzo, che ha via via perso le sicurezze conquistate con una gavetta lunga e faticosa: con i risultati sotto gli occhi di tutti anche con addosso l'azzurro più scuro della Nazionale.
La telefonata del chiarimento
L'opera di ristrutturazione dalle fondamenta delle certezze del terzino sia dal punto di vista tecnico sia da quello psicologico spetta ad Antonio Conte. Anzi, spetterebbe, perché di sicuro e di conclamato in questa vicenda non c'è ancora nulla, come si evince dai continui ribaltoni. Tanto per restare in tema, l'ennesima schiarita, nonché una vera e propria mano tesa al nuovo allenatore azzurro, potrebbe arrivare dal suo predecessore. Pare infatti che Calzona abbia telefonato a Di Lorenzo per chiarire proprio la sostituzione della discordia contro il Lecce, l'ultima pagina nera di un libro ancora più tetro. L'ex allenatore ha spiegato che dietro quella mossa non ci fosse alcun movente della società, ma semplicemente la voglia di inserire un altro elemento, appunto Mazzocchi, più fresco con lo scopo di vincere la partita che, nonostante tutto, avrebbe portato il Napoli in Conference League. Non solo: il ct della Slovacchia, con la quale ha ben figurato agli Europei, ha anche aggiunto che mai e poi mai avrebbe immaginato i fischi del Maradona, forse lo schiaffo più doloroso per il capitano di mille battaglie e soprattutto dello scudetto che, come detto, non ha visto lo stesso trattamento riservato ad altri giocatori. Dunque, proprio l'uomo che non ti aspetti, il più traghettatore di tutti i traghettatori che il Napoli ha avuto nella scorsa stagione, di fatto (involontariamente) di transizione, ha confezionato un grande assist al suo successore Conte e al club che a partire dal 30 giugno lo ha accantonato senza alcun ripensamento. Difficile dire però se quest'altro episodio della saga per antonomasia dell'estate possa bastare a calmare definitivamente le acque e, in caso negativo, fino a quando il Napoli avrà voglia di aspettare il proprio capitano. Per fortuna di tutte le parti in causa la sciagurata spedizione dell'Italia a Euro 2024 concederà a Di Lorenzo un supplemento di vacanze: giorni buoni per continuare a riflettere e magari per raffreddare ancora di più i bollenti spiriti, facendo leva sulla telefonata di Calzona che dalle parti del quartier generale di Castel Volturno sperano possa essere quella galeotta. Intanto il plauso se lo prende l'ex allenatore, che per una volta in un caso del genere non sale alla ribalta per esternazioni negative e impregnate di rancore. Tutt'altro: nell'ombra Calzona, che nella sua breve esperienza all'ombra del Vesuvio forse ha pagato anche lo scarso appeal mediatico, sta continuando a lavorare per il Napoli, provando a sistemare una questione di cui forse si è sentito (erroneamente) tra i principali colpevoli. Il grosso in realtà pare averlo fatto il pubblico del Maradona, che ha trasformato una normale scelta tecnica in un melodramma ad atti ancora in corso. Qualora alla fine Di Lorenzo decidesse davvero di continuare a vestire l'azzurro, il focus si sposterebbe proprio sulla reazione di una piazza sempre molto imprevedibile al riguardo: nel bene e nel male. Tra il capitano e la tifoseria la frattura è sanabile? Sempre ammesso che lo sia quella con la società, nonostante la mano tesa a distanza e senza alcun interesse in ballo da Calzona.
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