Napoli, Oriali: "Stagione oltre ogni più rosea aspettativa. Conte? Un fuoriclasse"

Il direttore dello staff tecnico fa il punto della situazione ai microfoni di Radio Crc: "In estate abbiamo rifondato su indicazione del presidente. Per ora sta andando tutto meglio del previsto, ma la strada è lunga"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
26 novembre 2024
Gabriele Oriali e Antonio Conte (Ansa)

Gabriele Oriali e Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 26 novembre 2024 - Quando si pensa al restyling dell'area tecnica del Napoli avvenuto quest'estate, il riferimento va di solito al nuovo direttore sportivo Giovanni Manna e, ancora di più, all'allenatore Antonio Conte, un binomio che finora ha fruttato il massimo possibile, tra un mercato faraonico e un rendimento sul campo da prima della classe. Eppure, a fari spenti, un po' come da consuetudine nella sua carriera da calciatore, anche Gabriele Oriali sta recitando un ruolo importantissimo nell'economia di un club che ha saputo rispondere nel migliore dei modi al deludentissimo anno post scudetto.  

La genesi di una rinascita

Intervenuto ai microfoni di Radio Crc, il direttore dello staff tecnico della società partenopea ha innanzitutto commentato questa ricostruzione quasi da zero tanto capillare quanto efficace. "L'input è arrivato dal presidente in base a quello che è rimasto dell'ultima stagione: ancora oggi ci si chiede come possa una squadra passare dalla vittoria del campionato ad arrivare decima a 40 punti dalla prima. L'idea era ripartire, scegliendo un mister che ha fatto delle rifondazioni il suo punto forte. Anche all'Inter ci si presentò una situazione simile: da anni il club non vinceva nulla e dovevamo rimettere in piedi tutto. Quando ci sono queste difficoltà, Conte si esprime al meglio: è intrigato da queste sfide e anche per questo ha accettato la corte del Napoli". Oriali prosegue nel suo racconto. "Antonio mi chiamò e mi disse che c'era una situazione in cui bisognava fare molto: un progetto a medio-lungo termine per riportare gli azzurri dove gli competeva. Queste cose intrigano anche me e così abbiamo accettato. Certo, va pur detto che per tornare a certi livelli servono tempo e pazienza: noi stiamo andando oltre ogni più rosea previsione, perché dopo un terzo di campionato nessuno pensava potessimo stare in questa posizione di classifica. Significa che è stato fatto un ottimo lavoro e che bisogna continuare a farlo, perché la strada è lunga e difficile". Insomma, se anche un personaggio esperto come Oriali si sta stupendo dell'exploit del Napoli, allora il prodigio è unico. Prodigio, sì, ma con dietro, come appunto ribadito, tanto lavoro anche nei confronti dei giocatori, in fin dei conti i veri protagonisti di questo sport. "Abbiamo un gruppo di professionisti seri e questo ci ha agevolato il compito. Ogni ragazzo però è un individuo diverso, con la sua personalità. Si cerca di parlare a tutti, capendo il momento e valutando lo stato d'animo". Nonostante un cammino finora (quasi) perfetto, non sono state tutte rose e fiori per il Napoli e per il suo stesso direttore dello staff tecnico. "Dopo lo 0-3 di Verona siamo intervenuti in maniera forte, ma doverosa. Sperando ovviamente che non capiti più. Per il resto, utilizziamo chiavi linguistiche molto diffuse: improntiamo tutto sul lavoro, sul sudore, sulla fatica, sul sacrificio, sullo spirito di squadra, sull'onorare la maglia e sul senso di appartenenza. Queste sono le regole basiliari per arrivare all'obiettivo, e la fortuna è che il gruppo ci segue molto".

Le rivali per lo scudetto

Obiettivo che, almeno in estate, sembrava il 'semplice' ritorno in Champions League in seguito a una stagione, la prima dopo una striscia di 14 anni, senza competizioni europee: anche qui, il Napoli sta andando molto oltre i pronostici e le famose griglie di partenza. "Vanno dati meriti all'allenatore, che è un fuoriclasse. Poi anche a giocatori e ambiente, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra perché vincere il campionato non era il nostro obiettivo originario. Però lì sopra ci stiamo volentieri, pur ammettendo che qualche squadra alle nostre spalle sta un po' mancando e senza dimenticare di puntare ai primi quattro posti per tornare in Champions League, una competizione molto importante per noi anche dal punto di vista economico". Oriali spiega poi come si prepara la vigilia di una gara cruciale, come il Napoli ne ha già vissute e come ne potrebbe vivere ancora di più in futuro. "Molto passa dall'allenatore e da quello che trasmette, ma in determinati casi non c'è neanche bisogno di intervenire perché certe partite, come si suol dire, si preparano da sole. Rimane però fondamentale seguire ciò che dice il tecnico. Anche nell'ultima gara, per esempio, l'azione del gol l'abbiamo vista e rivista in allenamento: siamo rimasti concentrati, mettendo in pratica le idee di Conte". Si parla poi delle rivali, perché se è vero che il Napoli sta facendo benissimo e che dietro qualcuna è un po' in affanno, va pur ricordato il folto gruppone di inseguitrici a 28 punti. "L'Atalanta mi ha impressionato e insieme all'Inter penso che abbia qualcosa in più delle altre e anche di noi: hanno una rosa doppia e si sono consolidati a livelli altissimi negli ultimi anni. Ritengo che loro due siano favorite per lo scudetto: poi ci sono le outsider, tra cui noi. Il campionato comunque è strano e combattuto: Milan e Juventus hanno qualche punto in meno, ma penso che ritorneranno su. Sarà una bella lotta e speriamo che alla fine sorrideremo noi". Insomma, anche Oriali, come Conte, gioca un po' a nascondino, quasi dimenticando la campagna di mercato faraonica portata avanti quest'estate dal Napoli che ben si sposa con ambizioni esigue: si passa poi proprio al rapporto tra i due collaboratori e amici. "Ci siamo visti e incontrati quando era ct della Nazionale, che richiedeva anche un cambiamento per quanto riguarda il team manager. Ci vedemmo e dopo pochi minuti entrammo già in sintonia, 'sposandoci' subito: da allora siamo andati di pari passo nelle nostre carriere". Si chiude con i primi commenti sulla sua avventura partenopea. "Mi trovo benissimo e mi auguro, proprio insieme a Conte, di lasciare una traccia importante. Non è facile farlo, in un calcio moderno che mi piace sempre meno e che corre troppo, anche a spese degli stessi giocatori".

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