Napoli, tensioni e prime donne. Cosa succede agli azzurri di Garcia
Ripetersi in campionato è diventato difficilissimo
Roma, 25 settembre 2023 - Quant'è difficile specchiarsi nel successo e pensare che sia lì, sempre a portata di mano. Giusto? E' quel che sta succedendo al Napoli, la squadra che ha letteramente dominato il campionato scorso, tramutandolo in una vittoria alla Verstappen. Di quelle che altro non possa accadere se non vederlo sfrecciare per primo al traguardo. Sul fatto che l'addio di Spalletti potesse ripercuotersi nello spogliatoio e nel rendimento c'era da giurarci, perchè è logico che sia così -sempre - quando arriva un cambio di allenatore. In qualsiasi club, intendiamoci. Figuriamoci in una piazza dove non si è certo abituati a vincere e dove il rumore dello scudetto non smette di echeggiare, dai quartieri spagnoli fino al Vomero. Il punto è che ripetersi - alla luce del nostro pallone che rotola incerto tra crisi, guai e limiti economico-finanziari dei club – è diventato difficilissimo dopo il lungo dominio juventino. Ne sa qualcosa proprio la Juve, che non riesce a tornare a quei livelli nell'era post-Ronaldo. Ne sa qualcosa l'Inter che dopo aver dominato e vinto il titolo ha dovuto subire il sorpasso milanista. E ne sa qualcosa il Milan, le cui chance di bis sono state letteralmente 'piallate' dal Napoli. E siamo alla squadra con lo scudetto sul petto.
Dopo aver incassato i complimenti di Klopp, Guardiola e mille altri, quale formazione più bella d'Europa, eccola lì, quasi doppiata dall'Inter che domina la classifica. Ma non è solo questione di punti. E sarebbe fin troppo facile e superficiale, cedere al luogo comune del prendersela con l'allenatore. Il fatto di aver ceduto Kim non regge per nulla. Perchè Spalletti ha vinto lo scudetto dopo aver salutato Koulibaly, Mertens, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz e non solo. Rudi Garcia, ottimo allenatore pur diverso nel gioco e nella filosofia rispetto a Big Luciano, ha ereditato una squadra con la pancia piena che si sta mostrando fin troppo capricciosa. Lo scazzo con Osimhen a Bologna ne è riprova, anche se cambiare un calciatore così importante 15 minuti dopo un errore dal dischetto non è il massimo dal punto di vista psicologico. Però va detto che Osimhen l'aveva già fatto con Spalletti o meglio, il tecnico l'aveva cacciato dall'allenamento punendo una reazione eccessiva ad un fallo non concesso. Per non parlare della reazione furiosa – trapela dalle segrete stanze del Maradona – subito dopo la sconfitta interna con la Lazio. Atteggiamenti di frustrazione o da Superstar? Pure Kvaratskhelia aveva mostrato i denti a Genova dopo il cambio. Anche qui atteggiamento da Superstar o frustrazione per il risultato? Il dubbio che l'overdose di celebrazioni e attenzioni abbia ingrossato il piedistallo ci sta tutto, sempre ricordando che fare gesti plateali quando si è sostituiti non è mai un bel gesto nei confronti del compagno che sta subentrando. Detto questo, il Napoli sta faticando più del previsto, segno che il cambio di gestione non è stato ancora digerito. E' vero che a Garcia bisogna concedere più tempo ma è anche vero che il calcio di oggi ha la miccia corta e non ti perdona nulla. Di sicuro, i giocatori più rappresentativi sono quelli che devono dare l'esempio e, in questo senso, immaginiamo un concreto intervento di De Laurentiis, aldilà del tweet post Bologna: "Il Napoli riparte da Bologna. Bravi tutti!". Quel messaggio i tifosi non l'hanno proprio capito, considerando che il Napoli ha conquistato appena due punti nelle ultime tre. Ma tant'è.
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