Aquilani: "Vincere per dare un senso al successo di Bolzano. Nagy? Male interpretato"

L'allenatore del Pisa parla alla vigilia della sfida col Brescia

di MICHELE BUFALINO
24 novembre 2023
Alberto Aquilani, tecnico dei nerazzurri

Alberto Aquilani, tecnico dei nerazzurri

Pisa, 24 novembre 2023 - Alla vigilia di Pisa-Brescia il tecnico Alberto Aquilani fa il punto della situazione in conferenza stampa. 

Come arriva la squadra a questo appuntamento dopo le 2 settimane di sosta? Qual è la situazione di D’Alessandro, Gliozzi, De Vitis e Touré? "D’Alessandro sta bene, è recuperato, anche De Vitis. Anche Caracciolo sta meglio ma non è pronto. Chi è tornato dalle nazionali è tornato con grande entusiasmo perché hanno raggiunto in tre dei grandi risultati. Ci fa onore avere tre calciatori che vanno agli Europei, consapevoli che la priorità per loro adesso è il Pisa". Vuole commentare le parole di Nagy, alla tv ungherese, che ha aperto alla cessione a gennaio se non troverà spazio? "Ne abbiamo parlato anche perché quando succedono queste cose c’è il rischio che possano creare confusione, toccando però l’esterno e non l’interno. Nagy mi ha parlato e ha detto che la sua intervista è stata tradotta male, ci crediamo e pensiamo che cose del genere possano creare malumori nel gruppo, più ai compagni di squadra. Non esiste nessun tipo di problema, poi se a gennaio chi non è contento vuole cambiare siamo aperti a tutto e faremo il meglio per il Pisa. Oggi è un problema che non esiste. Sono tutti dentro la causa in maniera netta". E quelle di Miguel Veloso che parla di playoff, rilasciate ai media portoghesi? "Veloso è un ragazzo che porta entusiasmo e positività, si comporta nella maniera giusta sia quando gioca, sia quando non gioca. Parlare però è un conto, fare è un altro. Dobbiamo essere bravi a determinare le sue parole e tradurle in fatti". Cosa ne pensa del Brescia e del cambio in panchina? "Quando si gioca dopo la sosta e anche con un allenatore diverso può diventare un’incognita. Il focus resta sempre su di noi, per far sì che il nostro lavoro diventi la nostra forza. Maran è un allenatore brillante e la sua idea di fare calcio un po’ la riconosciamo. Affrontiamo una partita vitale sapendo che potrebbe essere un punto interrogativo. E’ una partita vitale perché ci siamo già passati, dobbiamo solo capire l’importanza di questa partita e come affrontarla. Abbiamo vinto una gara difficile a Bolzano, ma domani sapremo se questa vittoria avrà avuto un senso nella nostra continuità". Quanto inciderà l’assenza di Marin? Chi può sostituirlo? "Non ho problemi a sostituirlo, ho due calciatori pronti a fare quel ruolo con l’attitudine e l’atteggiamento giusto. Vogliamo continuità e crescita dal punto di vista mentale per fare una partita di un certo valore. Chi gioca gioca farà una gran partita". In attacco invece sta iniziando a recuperare tutti. Il problema è inverso ed è di abbondanza.. Arena a proposito, come sta? "Davanti stiamo cominciando ad essere un buon numero. Stando meglio diventerà solo una scelta tecnica e tattica in base all’avversario che andremo ad affrontare. Arena sta bene, veniva da un periodo di infortuni e non era tornato bene, si portava dietro un fastidio alla caviglia. E’ un giocatore che può fare il salto di qualità, prima mentalmente e poi sul campo. Lo abbiamo a disposizione"

In questo girone di andata che stiamo chiudendo cosa l’ha sorpresa in positivo e cosa in negativo? "Mi rendo conto principalmente che siamo in un campionato difficile. La regola secondo la quale si può vincere e perdere con tutti è un dato di fatto. Prendiamo il Lecco, che dopo di noi è andato a vincere contro Parma e Palermo. Se non si mette dentro tutto contro qualunque avversario diventa una categoria complicata, dove si bada al sodo e dove il risultato è determinante. Le squadre provano a raggiungerli in tutti i modi, le partite non finiscono mai e le squadre si adattano all’avversario potendo farti male in ogni momento. Ci stiamo abituando a questo, qualche schiaffo l’abbiamo preso e da questi schiaffi dobbiamo impararli. Questo mestiere è difficile, io faccio poco e niente. Siamo persone e uomini che si affidano ai calciatori. Un allenatore è in seconda linea, possiamo dare consigli, essere preparati più o meno bene tatticamente, ma è il giocatore che rende l’allenatore bravo".

Michele Bufalino

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