"I granata come Udinese e Atalanta». Michele Padovano non ha dubbi:: "Il club ha le potenzialità per salire in A e consolidarsi»

L’ex bomber granata (oggi opinionista televisivo) fa gli auguri alla società che oggi compie 105 anni

di FRANCESCO PIOPPI -
25 settembre 2024
Michele Padovano non ha dubbi:: "Il club ha le potenzialità per salire in A e consolidarsi"

L’ex bomber granata (oggi opinionista televisivo) fa gli auguri alla società che oggi compie 105 anni

"Faccio un mondo di auguri alla Reggiana per i suoi 105 anni di storia (il club è nato il 25 settembre 1919), sperando che quest’anno possa essere quello buono per consolidarsi ad alto livello e poi porre le basi per andare più su. Per me quell’ambiente ha le potenzialità per seguire le orme di club come Udinese o addirittura Atalanta, avete una piazza che se lo meriterebbe".

Michele Padovano non ha smesso di fare centro. Anche davanti ai taccuini l’indimenticato bomber granata cerca sempre di inquadrare la porta e ‘fare gol’, con dichiarazioni non banali e che confermano il legame indissolubile che c’è con i nostri colori. Dopo l’odissea legale che l’ha messo ai margini per molti anni e che si è conclusa con l’assoluzione, adesso è diventato opinionista per Sky Sport e ha scritto anche un libro ‘Tra la Champions e la libertà’; un titolo che sintetizza bene i due estremi di una vita che ha vissuto spesso sulle montagne russe.

Padovano, segue sempre la Reggiana?

"Cerco di seguire un po’ tutto il calcio e sicuramente non mi scappa mai il risultato dei granata che so che adesso hanno buoni giovani e tanta voglia di fare bene".

Giovani ottimi, come Vergara, Maggio, Portanova e tanti altri, anche se manca come l’aria una prima punta capace di finalizzare con un minimo di regolarità. Un problema che peraltro sembra attanagliare un po’ tutto il calcio italiano, se la nazionale è stata costretta a ‘pescare’ Retegui dal campionato argentino. Ma secondo lei perché accade tutto questo?

"Perché nei settori giovanili imbrigliano il talento. Iniziano a dirgli di fare la sponda, di dare una mano nel pressing, di dare un occhio a questo o quell’altro, invece di lasciarli liberi di esprimersi. Un attaccante deve avere un po’ di fantasia e la possibilità di andare fuori dagli schemi…Credo che il problema sia alla fonte e parta proprio tutto da lì".

È ancora in contatto con qualcuno della ‘sua’ Reggiana?

"A dire il vero li ho persi quasi tutti. Tempo fa avevo sentito Beppe Scienza, ma l’unico con cui ho ancora un rapporto è il medico Enrico Ligabue, grande persona e grandissimo professionista".

Se riavvolge il nastro, qual è il ricordo più bello legato alla sua epopea in granata?

"La Regia che si salva in Serie A credo che sia un risultato difficilmente eguagliabile in questo periodo. Io non dimentico mai che quella squadra mi ha permesso di mettermi in mostra e di essere notato dalla Juventus. Prima al ‘Mirabello’ e poi al ‘Giglio’ ho vissuto momenti bellissimi che poi con la Juve sono diventati straordinari. Reggio e la Reggiana avranno sempre un posto speciale nel mio cuore, gli faccio ancora un sacco di auguri! Avanti così!".

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