Il giudizio. I fischi ad Aquilani e la frattura. Tutte le volte che l’Arena ha ’parlato’

Il pubblico della Arena Garibaldi contesta Aquilani dopo il pareggio contro il Modena, segnando una frattura tra l'allenatore e l'ambiente nerazzurro. La situazione ricorda passati dissidi e cambi in panchina del Pisa.

1 marzo 2024
I fischi ad Aquilani e la frattura. Tutte le volte che l’Arena ha ’parlato’

I fischi ad Aquilani e la frattura. Tutte le volte che l’Arena ha ’parlato’

L’Arena Garibaldi ha parlato. Il giudizio emesso al termine del pareggio contro il Modena è chiaro: il pubblico nerazzurro ha sonoramente contestato Aquilani, invitandolo a lasciare la panchina. Il 2-2 maturato in rimonta contro la compagine emiliana ha segnato la frattura definitiva tra l’ambiente e l’allenatore: va detto che i latori di questo messaggio non hanno parlato a nome dell’intera tifoseria, perché da tempo lo stadio è privo dei gruppi organizzati della Curva Nord e di molti altri sostenitori che hanno scelto di supportare lo sciopero degli ultras. Ma i fischi e alcuni cori che hanno accompagnato Aquilani mentre si incamminava verso le scalette che portano agli spogliatoi sono stati emblematici della pazienza esaurita e del timore di essere risucchiati definitivamente nel vortice dei playout. Uno scenario, quello dello stadio nerazzurro che chiede l’allontanamento dell’allenatore, che non si materializzava dal settembre del 2022, quando Rolando Maran perse la terza gara consecutiva – quarta nelle prime cinque di campionato – facendo scatenare la furibonda reazione del pubblico. Anche il suo predecessore (e successore, di lì a qualche giorno) Luca D’Angelo, nonostante tutti i record archiviati nell’albo d’oro dello Sporting Club, tra dicembre 2018 e gennaio 2019 era andato incontro alle violente critiche, con la squadra che non riusciva a scrollarsi dal decimo posto nel campionato di Serie C. La stagione precedente fu in assoluto quella più ricca di polemiche e critiche per la società e per il progetto tecnico. L’obiettivo sbandierato di ritornare prontamente in cadetteria dopo la retrocessione di qualche mese prima vissuta con Gennaro Gattuso naufragò nonostante l’avvicendamento in panchina di tre allenatori. Il primo a saltare dopo nove giornate, seguito da feroci critiche nonostante la squadra stazionasse nelle primissime posizioni, fu Carmine Gautieri. Al suo posto arrivò Michele Pazienza, anche lui "triturato" dalla piazza e allontanato alla trentatreesima giornata. Poi Mario Petrone, dopo aver concluso la stagione con una doppia sconfitta nel primo turno nazionale dei playoff, fu accompagnato alla porta di uscita da contestazioni.

M.A.

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