Il Pisa e il suo popolo, ora così lontani. Le contestazioni, le domande e i silenzi

Nell’era Corrado non c’era mai stata così tanta "distanza" fra i nerazzurri e la città, complice anche un progetto che ancora non decolla

di LORENZO VERO -
27 novembre 2023
Il Pisa e il suo popolo, ora così lontani. Le contestazioni, le domande e i silenzi

Il Pisa e il suo popolo, ora così lontani. Le contestazioni, le domande e i silenzi

Un legame indissolubile che sembra quanto mai flebile. Pisa e il Pisa, almeno negli ultimi decenni della più che centenaria storia del club, non sono mai stati così distanti. La dimostrazione ne è la contestazione del pubblico durante e al termine della partita contro il Brescia, la seconda interna consecutiva dopo quella già presentata contro il Como. Sono tre gli interrogativi posti dalla Curva Nord verso la società, scritti su dei fogli diffusi durante la partita: "Quali sono i programmi sportivi, ad oggi?", "A che punto siamo con lo stadio (progetto del nuovo o sistemazione del vecchio?".

"A che punto siamo con il centro sportivo?", tutti e tre già posti in un precedente comunicato, tutti e tre ancora in attesa di risposta. Tre domande per tre cori, già sentiti la precedete partita, e riproposti sabato: "Meritiamo di più", "Questo stadio è una vergogna" e "Ci avete rotto il cxxxo". Messaggi eloquenti, che stridono all’udito di chi ha frequentato lo stadio nerazzurro negli ultimi anni, abituato a messaggi di amore incondizionato, dalla Serie D alla Serie B, verso la squadra. Il rapporto tra la città di Pisa e il club, che trascende le varie categorie, è storicamente stretto, intimo, talvolta simbiotico, come accaduto con la squadra di Ventura del 2007-08, quella di Gattuso del 2015-16 o quelle di D’Angelo, dal 2018-19 al 2021-22. Quello attuale, invece, pare il periodo storico di maggiore lontananza tra tifoseria e squadra dell’era Corrado.

Ad accompagnare il già difficile momento, vi è una scintilla non ancora scoccata con la squadra di Aquilani che, limitandoci a guardare i curricula dei giocatori in rosa, appare come la più attrezzata delle ultime stagioni. La rivoluzione tattica-ideologica voluta avviare in estate, basando l’idea di gioco sul possesso del pallone, oltre a non star ancora portando i risultati sperati, non è stata assimilata e compresa da una tifoseria abituata a vedere un Pisa che della lotta (in termini agonistici s’intende) e dell’elettricità emotiva ha fatto i suoi tratti distintivi. Tema riconosciuto dallo stesso allenatore: "Non accetto di terminare una partita sapendo di non aver dato tutto". A dimostrazione, un numero sempre calante di presenze all’Arena (nelle ultime due gare condizionato dall’inagibilità di gran parte della gradinata, che ha ridotto ulteriormente i posti disponibili), che progressivamente sta perdendo la sua connotazione di uno degli stadi più caldi della B.

Di sicuro ha perso quella di fortino: sono soltanto tre le vittorie interne nell’intero 2023, con due gare rimaste da giocare. Il pubblico sta invocando risposte, è volenteroso di ottenere delucidazioni verso varie questioni, per riallacciare, ristabilire, un legame per il bene comune di entrambe le parti: il Pisa.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su