In un’Arena deserta il Pisa mostra l’orgoglio. Pari incoraggiante nella protesta silenziosa

La squadra di Aquilani reagisce anche se non riesce a portare a casa l’intera posta in palio. La Curva non entra, ritorna Knaster

di SAVERIO BARGAGNA -
3 dicembre 2023
In un’Arena deserta il Pisa mostra l’orgoglio. Pari incoraggiante nella protesta silenziosa

In un’Arena deserta il Pisa mostra l’orgoglio. Pari incoraggiante nella protesta silenziosa

PISA

In un certo qual modo la squadra nerazzurra ha offerto una risposta. Certo, sia ben chiaro perché questo è un punto dirimente della questione, le cinque domande avanzate dalla tifoseria organizzata sono rivolte alla società e al Comune e non hanno niente a che fare con le vicende del campo; tuttavia le ripetute prove incolore all’Arena – non ultima la deludente prestazione di sabato scorso con il Brescia –, imponevano anche riscatto sul rettangolo verde. Ne esce fuori una prova di discreta sostanza, laddove la squadra di Aquilani vince ai punti il duello con una Cremonese lanciata verso l’alta classifica. Meglio il Pisa, senza dubbio, anche se resta il rammarico di non aver capitalizzato quelle 3-4 occasioni costruite nell’arco di novanta freddi minuti.

Freddi per il gran vento che spira sull’Arena, ma glaciali anche per la temperatura del cuore della piazza: la Curva resta fuori per la nota protesta sugli impianti fatiscenti e la società fa sponda con il silenzio. E dire che ieri allo stadio c’era anche il patron Alex Knaster e forse – e lo diciamo per il bene di tutti – questa poteva rappresentare una buona occasione per tendere la mano ai tifosi e riaprire il dialogo. Dopotutto il Pisa è un brand calcistico di caratura nazionale, ma ha anche un bacino di utenza estremamente locale. Come a dire, recuperare un rapporto con la città forse non si traduce in un riscontro economico immediato, ma rappresenta comunque la condizione essenziale per garantire un futuro. Un’argomentata parola distensiva di Knaster potrebbe avere un potere taumaturgico. Anche perché una risposta concreta oltre le parole – sistemare lo stadio, ad esempio – non può avere certo tempi rapidi.

Tornando alle vicende legate al pallone che rotola, il Pisa piace stavolta per la solidità difensiva – praticamente perfetta anche dopo l’ingresso di Hermmannsson – e una buona proposizione offensiva. Per 60 minuti, finché Valoti e D’Alessandro hanno gamba e fiato, la compagine nerazzurra dà la sensazione di poter riuscire a sbloccarla. Ottimo il ritorno di Marin in mezzo al campo – il rumeno è maturato negli ultimi mesi diventando pedina essenziale –, interessante l’idea di affidare a Esteves una regia decentrata dalla destra. Il portoghese costruisce (e a volte sbaglia pure), ma è elemento sul quale puntare Nel primo tempo, l’occasione migliore è creata da Mlakar, così come nella ripresa quando lo sloveno compie uno slalom in area ceh non si concretizza. Manca un rigore su Valoti, peccato. Nicolas è impegnato soltanto una volta su un bolide da fuori. Finisce zero a zero con la sensazione che stia quasi stretto.

Per la classifica un punto come quello col Brescia, per il morale qualcosa di diverso. E ora due trasferte consecutive con Catanzaro e Palermo: visto il rendimento esterno, forse (per assurdo), il calendario è "migliore" di quanto si possa credere.

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